01.12
Le luci della città proiettano ombre, la stanza è vuota e il silenzio spezzato dalle macchine che passano e si fermano a parlare con le puttane si fa assordante. Un flusso nocivo ti risale dall'anima al cervello, si impossessa della ragione e come un virus prende pian piano il controllo di tutto il corpo. Arriva il gelo, un inferno ghiacciato spinge dall'interno fino a farti sudare freddo; ti stringi sotto le coperte, come un bambino troppo cresciuto che si nasconde dall'uomo nero: testa tra le ginocchia e gambe contro il petto, a cercare un calore che nemmeno l'abbraccio di 100 donne può darti.
Lanci un appello tra il velato e il disperato ma nessun'anima può cogliere il tuo grido soffocato alla ricerca di un necessario sedativo.
Sei da solo nell'unica battaglia che non hai mai vinto. Quella contro te stesso.
I fantasmi che ti ostini a sconfiggere da anni tornano a cibarsi dei tuoi ricordi e ad infettare le tue speranze: il tuo corpo tremante non reagisce, la tua mente si ribella il tuo cuore accelera. Attendi la fine impotente.
01.31
Accendi il computer, ti sciacqui la faccia e bevi un lunghissimo sorso che senti scendere per tutto il corpo.
Lo specchio no. Quell'immagine riflessa fa troppa paura.
Premi i tasti quasi solo con la mano destra, con la sinistra, ancora a tratti tremante, continui ad asciugarti la fronte.
E mentre i pixel disegnano i tuoi ultimi 20 minuti senti il cuore che rallenta e torna ad un battito normale.
Invii e spegni.
La notte è ancora lunga e ti aspetta una sfida che ha già un vincitore.
Non tu.
(Peg)
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