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6 apr 2011

- Finisce un'era #2 -


Con questo lavoro si conclude un capitolo della mia vita. Un capitolo lungo un lustro. In queste poche righe vorrei ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato e incitato nel lungo cammino che mi ha condotto fin qui.

Innanzi tutto grazie al professore Zattoni per la pazienza e la fiducia dimostratami in questi mesi e per avermi dato l’opportunità di portare avanti questo lavoro.

Ringrazio i miei genitori per tutti i sacrifici che hanno fatto per me. Mamma e papà vi ringrazio perché nella vostra vita vi siete sempre privati di tante cose per non farmi mai mancare la possibilità di scegliere. Grazie per i valori che mi avete insegnato e di cui farò sempre tesoro. Grazie perché se sono quello che sono, è soltanto merito vostro. Grazie per avermi protetto e aiutato a rialzarmi quando la vita mi ha sbattuto al tappeto. Grazie per avermi aperto le ali quando ho voluto inseguire i miei sogni. Grazie perché sono orgoglioso di essere vostro figlio.

Ringrazio mio fratello Nicolò, da cui ho ancora tanto da imparare. Grazie perché mi hai insegnato che al mondo non esiste un’unica strada giusta da percorrere e che la diversità non è sinonimo di incapacità. Grazie perché sono fiero di essere tuo fratello.

Grazie a mia nonna Teresa che mi ha sempre trattato come un figlio e che non mi ha mai fatto mancare nulla. Grazie perché mi hai sorriso anche quando non lo meritavo.

Grazie a miei migliori amici Pisto, Alby, Torts e Ale, perché se penso alla vera Amicizia penso a voi quattro e a tutti i momenti passati insieme. Grazie a Marta, troppo importante nella mia vita per non essere almeno citata. Grazie a Sara, che ha sempre avuto per me una parola di conforto, un consiglio pronto o una spalla su cui piangere. Grazie a Mattia e al Barone per quello che stiamo lentamente costruendo. Grazie a Francesca e Deby che mi hanno aiutato a diventare una persona migliore. Grazie a Andy per quello che siamo riusciti a fare in questo biennio.

Grazie a tutti gli altri amici che non riesco a menzionare: alla mia ex squadra di basket, al gentil sesso di via Lusardi, ai miei compagni di avventura dell’Exchange Program, al mio vecchio gruppo di Mktg, alla compagnia di Moggio, ai bocconiani del CLEACC, ai bloggers della Kritica e al Living Room.

Ringrazio a tutti voi.
Sappiate che non dimenticherò mai quello che avete fatto per me.

(Pippo)

15 mar 2011

- Banzai Nucleare -



Come volevasi dimostrare i danni al reattore nucleare Fukushima sono stati sottostimati e sottovaluti. Per la cultura giapponese è infatti disonorevole ammettere una sconfitta o un errore e quindi si poteva supporre che la situazione fosse molto più grave di quello che ci volevano spacciare. 

La Tepco, il gestore dell’impianto giapponese, parla di “inizio di fusione del nucleo”; l’Authority francese per la Sicurezza nucleare  (ASN) ha valutato l’incidente nucleare giapponese come 5 o 6 su una scala che va da 1 a 7 (Chernobyl è stato valutato 7); in questo momento la radioattività a 100 Km da Tokyo è 10 volte superiore alla norma. 
E la situazione mentre scrivo può ancora peggiorare in quanto l’impianto di Fukushima non sembra essere sotto controllo (e infatti è peggiorata ndr). 

Purtroppo o fortunatamente, rivestiamo il ruolo di impotenti spettatori in questa tragedia, ancora allibiti dalla paradossale  compostezza, dall’assoluto rigore e dalla ferrea disciplina con cui questi samurai riescano ad affrontare tale situazione. 

Alla luce di quanto successo, una riflessione sull’uso dell’energia nucleare però parrebbe d’obbligo. O dobbiamo aspettare che Tokyo si tramuti in uno scenario da Ken Shiro per poter dare un’opinione e poter trarre delle conclusioni? 

La crisi giapponese dimostra che non esistono centrali sicure. Possiamo parlare di nucleare moderno e di centrali più sicure che altre. Possiamo dire che una centrale rispetti tutte le rigidissime norme di sicurezza. Ma bisogna essere onesti e dire che non esistono centrali nucleari sicure. Una volta che si precisa questo, si può decidere di accettare il rischio e si può fare la scelta masochista di installarsi una piccola centrale nucleare sul pianerottolo di casa. 

Qualcuno potrebbe però ribadire che in Italia non ci saranno mai terremoti di tale violenza e magnitudo. Ma il punto non è il terremoto, è l’eventualità, la casualità (chi avrebbe mai potuto immaginare che le Torri Gemelle sarebbero cadute per un attacco aereo?), il Destino, il Fato, la legge di Murphy oppure semplicemente il fattore umano, come nel disastro petrolifero del Golfo del Messico, dove non sono state rispettate precise misure di sicurezza per evitare la fuoriuscita di petrolio. E non mi si venga a dire “eh sì ma noi staremo più attenti..” o “si ma è stata sfiga, figurati se ricapita ancora”. 

Però dovete spiegarmi come pretendiamo di costruire una o più centrali nucleari quando non riusciamo a costruire un inceneritore? E poi dove? Se volessimo produrre il 30% dell’energia elettrica con il nucleare, come succede anche in Spagna, Germania e Inghilterra, ci servirebbero 15 – 20 centrali nucleari. In pratica una per regione. (Carlo Rubbia, fisico, 15 febbraio, 2008). Chi cavolo la vuole la centrale nucleare vicino a casa sapendo che i casi di leucemia infantile vicino alle centrali sono il doppio della norma (fonte Greenpeace)? E lo smaltimento delle scorie? Lo diamo in appalto alla Camorra? 

La Germania, oltre ad aver dichiarato di essere intenzionata a chiudere gli stabilimenti più vecchi, riesce a produrre energia solare per un totale di 70 volte quella dell’Italia, anche se teoricamente saremmo noi il Land der Sonne (Paese del Sole). Per avere una centrale nucleare a pieno regime bisogna aspettare almeno una decina d’anni per un costo di circa 4-5 miliardi di euro. Nel frattempo è possibile che si siano fatti passi enormi nello sviluppo delle tecnologie rinnovabili sia in quelle esistenti sia in quelle ancora a livello sperimentale. 

Capisco che si voglia tentare di aumentare la produzione energetica. Ma non sempre il fine giustifica i mezzi e non credo che il nucleare sia il giusto investimento sul lungo periodo. Credo piuttosto che le centrali nucleari facciano parte di un passato, che si tenta in tutti i modi di mantenere vivo per gli enormi interessi economici in ballo. Il futuro non è nei carbon fossili e soprattutto non è nell’uranio (almeno lo spero). 

Con tutto il rispetto ma non voglio che un gruppo di vecchi rincoglioniti scelga per il mio futuro e per quello dei miei figli. E quando parlo di rincoglioniti non mi riferisco solamente ai politici, come si evince da questa dichiarazione, che preferisco non commentare e con la quale vi lascio: 

Chernobyl non sarebbe stata alcun in­cubo se non fosse stato per coloro che hanno scientemente e colpevolmente fatto passare per tale un evento che, an­corché il più disgraziato occorso nel settore di produzione elettronucleare, ne ha dimostrato in modo inequivoca­bile la assoluta sicurezza

(Franco Battaglia,ingegnere e fisico; 15 marzo 2011. Fonte: ilgiornale.it)

(Pippo)

28 feb 2011

- Fratelli (mediocri) d'Italia -


Formula della mediocrità: (Prob (Tt = St) = (1-Mt)k Definiamo un indice della distanza che separa il talento di un individuo (T) dal suo effettivo successo in ambito lavorativo e sociale (S). La differenza assoluta tra questi due termini rappresenta il grado di inefficienza nell’ allocazione del talento di un individuo. Traducendo queste considerazioni in termini probabilistici, in una società ideale la probabilità che T=S è pari a uno. Quanto più bassa è tale probabilità, tanto più inefficiente sarà la società. La variabile M rappresenta la proporzione di mediocri sul totale degli individui, k >1 è un parametro costante nel tempo, e il pedice t è un generico indice temporale.






















Penso che l’Italia stia affondando sempre più profondamente nella melma oleosa della mediocrità. 

Per carità io sono il primo a definirsi mediocre. Il mio equilibrato allenatore di basket era solito dirmi che ero un fottuto mediocre e con il passare del tempo mi sono affezionato a tale generosa definizione. 


Andò più o meno così:
- Coach: Che cazzo fai coglione?  (bestemmia) 
Se porti un blocco in post basso poi dove devi andare (bestemmia)?

- Io nelle vesti di playmaker scarso: Ma io pensavo… 

- Coach: Ecco appunto .. il tuo problema è che tu pensi. 
Tu non devi pensare (bestemmia). Sei un fottuto mediocre perché pensi. 

(Amen)


Andando oltre questo memorabile flash back, vorrei sottolineare, con un discorso dozzinale e qualunquista, che effettivamente questo Paese trasuda mediocrità. 
Il punto è che mediocrità vuole mediocrità (tipo amore vuole amore di Zarrillo) e porta a mediocrità, in una spirale continua verso un triste declino collettivo. I meccanismi meritocratici sono marci e inefficienti anche perché controllati e gestiti da mediocri. Essi sono consci dei loro limiti per cui divident et imperant come gli antichi romani.

Prendiamo ad esempio il sistema scolastico. 

Il sistema scolastico si sta adeguando lentamente al livello di mediocrità italiana. E’ assurdo e quasi paradossale costatare che è la scuola a doversi adeguare agli studenti e non viceversa. Opportunismo e buonismo aleggiano nei corridoi scolastici: da un lato la consapevolezza che più studenti iscritti significano più finanziamenti pubblici, dall’altro l’umanità e la transigenza dei docenti che sospirano ad alta voce “ma sì tanto è solo un ragazzo”...
E così la scuola, che dovrebbe sfornare l’Eccellenza, tende ad accontentarsi, prendendosi carico di tutto il ciarpame giovanile presente sul mercato e andando inevitabilmente e ingiustamente a rallentare gli elementi più meritevoli.

Ovviamente non è sempre così. Ci sono casi in cui “la docente esige e il preside non transige”. In questi casi comunque non c’è da preoccuparsi! Se infatti il vostro ragazzo rischia di essere bocciato la colpa sarà sicuramente dei docenti che non saranno stati in grado di capire le abilità nascoste di vostro figlio. Quindi cosa aspettate? Cambiate subito istituto ed iscrivetelo ad una bella scuola privata dove sapranno valorizzarne le capacità e le skill$$$.

Sono il primo ad ammettere che è ineccepibile che vi sia il diritto allo studio. Ma non ha senso andare al liceo se poi non si è in grado di affrontare una università. Non ha senso iscriversi a Giurisprudenza o a Scienze Sociali se il mercato del lavoro è saturo di tale figure professionali o se non esiste neanche uno sbocco professionale. Dovrebbe esistere il diritto di negare il diritto allo studio, per il bene della collettività. Un po’ come le leggi di Asimov sulla robotica: la  legge 0 stabilisce che il benessere della collettività vale più del benessere individuale. Il che significherebbe che tu, maledetto studente brufoloso, ci dovresti fare il favore di andarti a studiare cose che la tua mente è in grado di assimilare e di iscriverti ad una facoltà che ti renda uno strumento utile a questo Paese e non uno dei 2 milioni di giovani disoccupati italiani.

L’Italia ha troppi idioti e fin troppi idioti in posizioni che necessitano tutto fuorché menti mediocre.

La televisione è la carta tornasole della mediocrità collettiva. Le aziende producono prodotti che i consumatori comprano  e utilizzano, perché li desiderano. Allo stesso modo i produttori televisivi producono quello che l’audience vuole vedere. Se l’audience vuole tette, culi, cosce, bestemmie, clown, stupidità, liti, parolacce, oscenità, ignoranza becera e altra immondizia, il piccolo produttore televisivo farà di tutto per soddisfare il suo pubblico con format televisivi che garantiscano tali (sub)standard qualitativi. I reality shows e tutta la trash tv non nascono dalla mente malata di qualche folle (cioè anche..), ma dall’analisi dei nostri bisogni insoddisfatti. In economia si chiama “vuoto di mercato”.

E’ terribile ammetterlo ma è così...

Ciò significa che tutta la merda che ci viene sbattuta sul divano via cavo è quello che effettivamente vogliamo. E non perché siamo coprofaghi, ma, peggio, perché siamo (e rimarremo) fottuti mediocri. 
kriticadellaragione.blogspot.com
(Pippo)


24 feb 2011

- Gita a Montecitorio -




Venghino siori e siore nel corrottissimo, disordinatissimo e ultracentenario mondo di Montecitorio, dove siamo lieti di invitarvi ad osservare specie di ogni genere muoversi nel loro ambiente naturale. Potrete ammirare come questa accozzaglia di cariatidi rincoglioniti tenti di legiferare per il bene del (nostro, loro o altrui?) Paese. Se sarete fortunati potrete immortalare scene da Parlamento della Repubblica delle Banane: urla e cori da stadio, abbuffate a base di champagne e mortadella, votazioni per colleghi assenti, piùchemeritati sonnellini pomeridiani, insulti e risse tra parlamentari. 

Il parco zoologico di Montecitorio offre una fauna politica unica nel mondo, che è rimasta pressoché invariata per circa 20 anni e che vanta esemplari  quali:

-         Il Magistratus Ignorantes (IDV). Questo essere è la perfetta antitesi del congiuntivo nonché la testimonianza vivente di come la lingua italiana non sia necessaria per espletare le funzioni di politico. Problemi insorgono però nella comunicazione al pubblico, che non sempre risulta chiara e limpida.

-         Il Politicus anonimus (PD): dovrebbe rappresentare il leader dell’opposizione, ma in realtà è poco leader ed è rimasto sconvolto, sbigottito e sconcertato dal fatto che il premier non si sia ancora dimesso, pur avendoglielo chiesto cortesemente più di una volta. Secondo la letteratura il Politucs anonimous avrebbe provato addirittura ad alzare la voce, utilizzando toni palesemente di sfida per incutere profondo timore nel nemico. Neanche tale strategia sembra però aver sortito alcun effetto.

-         Il Foeniculum della Crusca (SEL). La leggenda vuole che tale erudito comunista fosse solito nutrirsi di oricchi-ette/oni con cime di rapa e pagine tratte dal dizionario italiano della Crusca, da cui prese il nome. Sofista, retorico ed eccellente oratore ha la capacità di intortarti per ore con sommi vocaboli dall’aura mistica ed aulica. Ad esempio per chiedere le dimissioni del primo ministro, il Foeniculum della Crusca ah usato la seguente espressione: è d’uopo un ripensamento in senso antidemagogico del tetrarca meneghino.

-         L'EX (FLI): rimasto in coma vegetativo per 18 anni, durante i quali è riuscito a firmare le peggio porcate, si è risvegliato tutto d’un tratto accorgendosi improvvisamente  che i pilastri della democrazia erano seriamente in pericolo. Gli amici lo chiamano ironicamente ex: ex fascista, ex alleanza nazionale, ex partito della libertà, ex deputato di maggioranza, fra poco anche ex futurista e se continua così ex uomodidestra. Alcuni studiosi non escludono la possibilità di poterlo osservare in un futuro prossimo cantare Bella ciao in barca con Bertinotti.

-         L’homo erectus (Lega): definito così per la perenne erezione che contraddistingue tale soggetto. Onnivoro dalla voce squillante, è amante del Tricolore nonché della cucina meridionale, di cui non può fare a meno. Esperto vulcanologo, sogna l’eruzione del Vesuvio per poterne studiare gli effetti sull’ambiente circostante. Secondo la filosofia dell’homo erectus qualsiasi tipo di infrazione o crimine è da attribuirsi esclusivamente a immigrati clandestini o a persone residenti al di sotto della foce del Po. Il suo pluribocciato figlio Trota si erge come orgoglioso vessillo della meritocrazia italiana.

-         Il nanus arrapatus (PDL): è l’essere più temuto nella giungla politica. E’ solito muoversi in gruppo, che è pronto a difenderlo da eventuali attacchi degli altri predatori. Leggende narrano sia stato unto dal Signore e per questo beatificato e santificato dai suoi adepti, che lo venerano come divinità al di sopra della leggi bolsceviche dei comuni mortali. Il nanus arrapatus ha rituali di accoppiamento frequenti, bizzarri e costosi, che ha appresiodal suo compagno di bungabungadittatura, Gheddafi. Si dice soffra di crisi di persecuzione alternate ad eccessi di megalomania e a rivendicazioni del suo immenso potere territoriale. Bisogna prestare molta attenzione a non contraddire mai cotal essere, poiché altrimenti si verrà additati come rossi rivoluzionari e sovversivi.

Il mirabolante mondo di Montecitorio non finisce qui! 
Abbiamo in serbo solo per voi altri incredibili esseri che meritano la vostra attenzione. E una volta terminato la visita nel parco zoologico, non dimenticate di continuare il giro nel nostro ineguagliabile parco di divertimenti, dove potrete sbizzarrirvi con attrazioni quali parentopoli, vallettopoli, puttanopoli, P3, corruttopoli, bunga bunga, affittopoli….

Non perdete tempo, prenotate subito!
I primi 100 che chiameranno potranno usufruire di uno sconto del 50%!
kriticadellaragione.blogspot.com
(Filippo)


28 gen 2011

- Pour Toujours -




E’ finita.
E’ davvero finita. E non c’è nulla da fare. Non si torna indietro!
Ci hai provato fino all’ultimo, ma i tuoi sogni finiscono lì. Capolinea


E’ difficile dirsi addio. Anzi è molto più difficile accettare il fatto che ci si è detti  definitivamente addio e che da lì in avanti si percorreranno strade differenti. Uno di là, l’altra di qua.
Ma non sai quello che stai perdendo. E come potresti? Non c’è stato un solo attimo della tua vita che lei non fosse al tuo fianco per sostenerti. Lei ha sempre significato vivere. Ha sempre significato tutto. Punto.
Eppure avevate fatto così tanta strada insieme. C’era voluto così tanto per capirsi e per scavare a fondo nei vostri animi. Granello, dopo granello, parola dopo parola, lacrima dopo lacrima.


Così per sempre ti diceva. No. Non sarà pour toujours.


In realtà ti illudi che tutto si sistemerà. E’ sempre andata così: lasci passare un po’ di tempo e poi richiamerà . Sei sicuro che richiamerà. Ti ama.
Ma il telefono non squillerà più..


Dovrai trovare il modo per convivere con un vuoto enorme dentro di te.  Crollerà tutto. Del tuo castello di sabbia rimarranno solo ricordi. Quei maledetti ricordi che violenteranno le tue notti.
Ti sarà accanto per molto tempo: la ritroverai negli oggetti comuni che ti circondano. La sentirai nelle labbra che bacerai. E la cercherai negli occhi di chi ti sta baciando.


Lei sarà sempre dentro di te. Attorno a te. Ma non con te.


E forse un giorno la rincontrerai, come nei più classici film romantici. E ti accorgerai che la persona che hai cercato e per la quale hai sofferto non esiste più. E’ morta quel giorno, in quell’addio.
Hai inseguito una chimera.

Allora ti chiedi come sarebbero andate le cose se quel giorno…



No. Non si torna indietro!
Però continui a sognare.
Perché nei sogni lei è rimasta la stessa.
E ti ama...
kriticadellaragione.blogspot.com
(Pippo)

Blink 182 - What Went Wrong by PaPa-G


5 gen 2011

- New Generation -

(Skateboarder - L.A. 2009 - Filippo)


Siamo nati negli anni 80, giusto in tempo per perderci gli anni più interessanti e floridi della storia dell’umanità. Abbiamo inconsapevolmente barattato gli anni della libertà, dell’amore libero, del rock 'n roll, delle manifestazioni, dei veri ideali, della fiducia nell’uomo con facebook, Lady Gaga e Barbara D’Urso.
Abbiamo vissuto il tramonto dell’età dell’oro per ritrovarci nell’età delle perenni crisi. (Cristo da quando sono nato c’è sempre sta cazzo di crisi!!)

La nostra generazione è così sfigata che non ha nemmeno un nome. Gli hanno affibbiato il titolo di generazione 1000 euro per descrivere le grandi speranze insite in noi neolaureati. Per motivarci meglio, avrebbero potuto chiamarla anche generazione senza-pensione, generazione tu-la-casa-non-te-la-puoi-comprare-barbone o generazione bimbominkia (i bimbominkia sono quelli che nn utlzzn le vcl ngl sms o che credono che i Tokyo Hotel siano all’apice dell’evoluzione musicale).

Purtroppo non sapevamo quello che avremmo perso, finché non l’abbiamo davvero perso. E di tutto quel  lontano paradiso atavico non ci rimane che qualche tiepida rimembranza assopita.
 
Non avevamo l’Iphone, lo smartphone o un cazzutissimo phone, quindi monopolizzavamo il telefono di casa per parlare con gli amici del cuore.  Siamo stati gli ultimi ad utilizzare i gettoni e le schede telofoniche. Guardavamo  tutti i cartoni di Bim Bum Bam e ancora ci stiamo chiedendo come facesse Puffetta a soddisfare l’intero villaggio dei Puffi. Barbie non si truccava da mignotta ed era fidanzata con Ken. 

Siamo l'ultima generazione che ha giocato con le biglie, al lupo, a un-due-tre-stella, che ha creato abusi edilizi con i mattoncini del Lego  o che si è emozionata nel produrre bolle colorate con il Crystal Ball; allo stesso tempo siamo i primi ad aver giocato coi videogiochi (rigorosamente in 2d) sulle prime mitiche consolle. 

Andavamo a scuola con cartelle dell’Invicta che raggiungevano il peso di Moira Orfei e magari ce la tiravamo con i nostri compagni per il nuovo Discman Sony con sistema antishock incorporato. Peccato che dentro girasse il cd dei Five, delle Pornoriviste o di Gigi D’Ag (ora si capiscono molte cose no?).


Siamo stati fortunati perché a differenza dei pivelli brufolosi del giorno d’oggi la nostra vita era fuori dalla nostra camera e dalla nostra casa. Là fuori c’era la libertà!. Gli amici erano  5 non 762 ed erano in piazzetta ad aspettarti e non “online”. La felicità era sudare al parchetto tirando i calci ad un pallone, e non stare a casa a giocare come un ebete a Iss Pro. Le ragazze si baciavano giocando a bottiglia o nelle gite di classe e non si flirtava in chat con :D ;) XD o <3


Sono cambiate un sacco di cose.

Ma fortunatamente la nostra generazione sfigati-sì-ma-non-troppo potrà raccontare ai nostri increduli nipoti che, in un passato non troppo remoto, i ragazzi erano in grado di divertirsi anche senza un pc, un mouse e una connessione a internet. kriticadellaragione.blogspot.com

(Pippo)

(Colonna sonora in ricordo della prima squinzia delle medie) 

Pornoriviste - Come piace a me by Un Kritico

30 nov 2010

- Laurea ad honorem -

(Otto Dix, Flanders 1934)


L'università Bocconi non ha mai concesso la laurea ad honorem, se non in casi eccezionali.
Per ottenere tale prestigioso riconoscimento si devono possedere due requisiti fondamentali:
  1. essere uno studente dell'università Bocconi
  2. essere morto in battaglia durante la Prima o la Seconda Guerra Mondiale
Di seguito viene citata la lettera di uno studente dal fronte russo:


08-02-42

Egr. Dottore,
Mi scuso per non averVi scritto da molto tempo a questa parte: ma gli avvenimenti mi hanno tenuto quasi costantemente più vicino al moschetto (e non metaforicamente) che alla penna!
Da quasi due mesi stiamo sostenendo continui, furiosi combattimenti.
I russi speravano molto nei loro 35° gradi sotto e nelle loro bufere, però hanno sbagliato in pieno i loro calcoli e dovunque hanno preso batoste enormi. Il 3° Bersaglieri si è fatto un nome ed una fama in queste sconfinate terre russe!
In uno dei più cruenti combattenti, mentre noi combattavamo uno contro dieci, ha trovato morte eroica il Ten. Macchi Giorgio della nostra Università: gli mancavano, credo uno o due esami alla laurea; perchè non proporlo per la concessione della "laurea ad honorem"?
E' stato proposto per le sue gesta per la ricompensa di medaglia d'oro!
So perfettamente che la questione deve essere trattata ufficialmente; comunque sia potrei interessare i comandi superiori.

La Bocconi, come vedete, ha sempre dato alla Patria in pace e in guerra gli uomini migliori.

Il vostro affezionato ex discepolo
G. Valtellino



Fabrizio De Andre - La Guerra Di Piero by Un Kritico

24 nov 2010

- Vita da studente -




La vita da studente non è mai facile. Sotto Natale poi rasenta i minimi livelli di entusiasmo. Mentre un oceano di persone si riversa per le strade addobbate a collezionare pacchetti e pacchettini, tu sei relegato nella tua stanza a studiare inutili libri. Ti accorgi che il tempo non è più scandito dal calendario dell’Avvento come quando eri piccolo e ti mangiavi tutti i cioccolatini il primo del mese. I giorni diventano capitoli, le ore paragrafi, i secondi parole. 

Anche quest’anno sei conscio che ti ridurrai come una ameba asessuata che si trasporta dal letto alla scrivania, e dalla scrivania alla cucina con qualche gita occasionale in bagno. Già dopo una settimana di fatiche sei più alienato di Chaplin nella sua catena di montaggio: leggi, sottolinei, prendi appunti, leggi, studi, assimili, memorizzi, sfogli, ripassi e rileggi per l’ultima volta per controllare che non ti sia dimenticato di qualche congiunzione avversativa.

Il tuo cervello assorbe  qualsiasi  cazzutissimo dato come Spongebob in una piscina. Tiri su informazioni più di Califano ai tempi d’oro. Sei sull’orlo del collasso. Fai schifo. Sembri un quadro cubista al contrario. La mattina ti svegli in stato comatoso, con le fosse delle Marianne sotto gli occhi. Ti guardi allo specchio e sembri un incrocio tra Fassino, Margerita Hack e un cavolfiore. La tua vita sociale precipita, tanto che Settimo Cielo ti sembra tremendamente emozionante. 

Ogni occasione è buona per perdere tempo: conti le pagine che ti separano dalla libertà, poi per sicurezza conti le facciate e infine per curiosità le sillabe. Potresti brevettare tutto quello che ti inventi per eludere lo studio. Chiami 80 volte tutti i tuoi amici, anche quelli che non senti da una vita, per aiutarli con i loro problemi. E, nel caso stessero tutti bene, inizi a parlare dei problemi di persone che non conoscono e di cui non frega niente a nessuno. Ti costruisci sogni ad occhi aperti, che ti sforzi di non far finire. E ogni giorno magari rincominci lo stesso sogno, aggiungendo qualche dettaglio o dei flashback per rendere tutto più realistico. 

Sei uno sfigato e sei talmente sfigato quando tocchi il fondo e sogni anche tu la vita del tronista. In culo al tomo di macroeconomia o di diritto che hai sotto gli occhi, in culo al congiuntivo e alle lingue che tanto non sa nessuno, in culo alla storia e alla geografia perché tanto c’è Google. Anche tu vuoi fare un’esterna con Jenny, parrucchiera borgatara di 23 anni con un master in bunga-bungalogia e un futuro come Meteorina al Tg4.


Poi però rinsavisci. Torni in te stesso. Capisci che stai studiando per costruirti un futuro migliore. Sai che quest’Italia ha bisogno di persone come te, che possono contribuire a migliorare la società. Credi in questo Paese, e sai che questo Paese saprà sicuramente premiare i tuoi sforzi. In fondo tutti sanno che in Italia vince la meritocrazia…

O forse dovrei fare il provino a Uomini & Donne?
kriticadellaragione.blogspot.com
 (Pippo)


03 Duck Sauce - Barbra Streisand by SKY VIBES


16 ott 2010

- Viaggio al termine della notte -



(Tokyo, 2009 - F. Bruno)



Sono solito conservare tutti I ricordi all’interno di un cassetto della mia scrivania. Qualsiasi cosa che mi ricorda un particolare momento, discorso, persona o attimo finisce in quel cassetto. E’ un’eternità racchiusa in frammenti di vita. E’ il mio tesoro.

Ci sono cartoline, lettere d’amore, fotografie, diari, pupazzi, souvenir, profumi, quaderni, poesie, cassette musicali, penne, colori…  

I possessori di quegli oggetti  non viaggiano più con me su questo treno. Molti di loro sono scomparsi, inghiottiti dai misteriosi sentieri invisibili della vita. Altri sono scesi e hanno preso la coincidenza per altre stazioni. Altri ancora hanno semplicemente cambiato carrozza e prima o poi ritorneranno qui. 

E’ terribile però…quando ti accorgi per la prima volta…come la gente la si perda per via…compagni che non rivedremo più…mai più…che sono scomparsi come tanti sogni…che è tutto finito…svanito….che anche noi ci perderemo così…un giorno…ancor molto lontano….ma ineluttabilmente…nello spietato tormento delle cose, delle persone….dei giorni…delle forme che passano….che non si fermano mai… (Morte a Credito, Celine)


Nella mia cabina siamo rimasti in pochi.

Con loro condivo il mio viaggio fino al termine della notte.

Intanto guardo fuori dal finestrino e scatto fotografie senza tempo.

Finiranno insieme alle altre Polaroid.

Nel mio cassetto….
 (Pippo)


Puff Daddy - I'll Be Missing You by leta

4 ott 2010

- Coraggio -

(Viandante sul mare di nebbia, 1818 - Caspar David Friedrich)


Gli ottimisti scalano le vette del pianeta. Adorano guardare il mondo dalle cime delle montagne. Non esiste cresta o troppo alta o troppo ripida. Gli indomiti ottimisti tentano l’impresa ovunque e in ogni modo. Essi sfidano la sorte e le leggi di gravità. E non si fermano facilmente: essi perseguono incessantemente l’arrampicata, perché una vetta non è mai abbastanza alta o irraggiungibile. Insoddisfatti del loro successo, li vedi  pronti a rimettersi in cammino per un’altra montagna, questa volta più alta, più scoscesa, più impervia. 
Di solito io mi adagio su una roccia a valle e li guardo salire. Si abbracciano tra loro, convinti di ritrovarsi a festeggiare tutti insieme in cima. Li vedo sorridere come ebeti, gonfi del loro ottimismo goliardico e pieni di speranza. Guardano in alto. Non vedono la meta, ma sanno che altri l’hanno raggiunta e che ora è giunto il loro momento. Sono eccitati, emozionati, impazienti di mettersi in marcia. Non si preoccupano di poter cadere. Sanno solo che non accadrà.
E io sto lì a ridere tra me e me, perché so che molti precipiteranno al suolo con quel loro cieco sorriso ancora stampato in faccia. Non avranno manco il tempo di cambiare espressione. Piomberanno con lo stesso stupido ghigno con cui sono partiti. 
E si possono vedere i loro corpi. Ce ne sono a migliaia incuneatisi nelle rocce, penetrati nelle gole del massiccio, avvinghiati ai macigni. Mi ricordano perché me ne sto lì, disteso eroicamente sul mio masso a veder quegli altri fessi tentar la sfida.



Però so che un giorno anche io dovrò mettermi in viaggio…
Ho perso troppo tempo seduto ad aspettare inutilmente che la paura cessasse…
Devo solo trovare il coraggio per partire e per credere che anche io vedrò il mondo da lassù…
Ma il dubbio mi angoscia e mi perseguita… “Ce la farò?

(Pippo)

Band of Horses - The Funeral by dancarr1981

25 set 2010

- L'nsostenibile Leggerezza dell'Essere -





Non si può mai sapere che cosa si deve volere perché si vive una vita soltanto e non si può né confrontarla con le proprie vite precedenti, né correggerla nelle vite future. […]. Non esiste alcun modo di stabilire quale decisione sia la migliore, perché non esiste alcun termine di paragone. L’uomo vive ogni cosa subito, per la prima volta, senza preparazioni. Come un attore che entra in scena senza avere mai provato. Ma che valore può avere la vita se la prima prova è già la vita stessa? Per questo la vita somiglia sempre ad uno schizzo. Ma nemmeno ’schizzo’ è la parola giusta, perché uno schizzo è sempre un abbozzo di qualcosa, la preparazione di un quadro, mentre lo schizzo che è la nostra vita è uno schizzo di nulla, un abbozzo senza quadro.

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Chi tende verso ‘verso l’alto’ deve aspettarsi prima o poi di essere colto dalla vertigine. Che cos’è la vertigine? Paura di cadere? Ma allora perchè ci prende la vertigine anche su un belvedere fornito di una sicura ringhiera? La vertigine è qualcosa di diverso dalla paura di cadere. La vertigine è la voce del vuoto sotto di noi che ci attira, che ci alletta, è il desiderio di cadere, dal quale ci difendiamo con paura. [...] La vertigine potremmo anche chiamarla ebbrezza della debolezza. ci si rende conto della propria debolezza e invece di resisterle, si vuole essere ancora più deboli, si vuole cadere in mezzo alla strada, davanti a tutti, si vuole stare in basso, ancora più in basso.                                   

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Tomas si diceva: fare l’amore con una donna e dormire con una donna sono due passioni non solo diverse ma quasi opposte. L’amore non si manifesta col desiderio di fare l’amore (desiderio che si applica ad una infinitàdi donne) ma col desiderio di dormire insieme (desiderio che si applica ad un’unica donna). [...] Mi verrebbe quasi da dire che per loro la meta dell'amore non era il piacere bensì il sonno che ne seguiva.

 (da "L'insostenibile leggerezza dell'essere" - M. Kundera)