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15 mag 2013

- La parte americana della famiglia -




Sono passati dieci anni dall’ultima volta che ci siamo visti. Pressoche’ nulli i contatti e-mail. Assolutamente nullo qualsiasi altro tipo di comunicazione, anche se la tecnologia lo consentirebbe. Ma siamo fatti cosi’.

Piu’ di un anno fa la notifica: “We are going to be in Tuscany in May 2013. Don’t make plans for that week because you will have to come to visit us.” Make plans? Con un anno di anticipo? Qui si vive alla giornata! Comunque date scolpite nel calendario.
May 2013 e’ arrivato ed eccoci qui. Dieci anni dopo.

“You used to pray before starting the meal. Don’t you do that anymore?” “Naaa. Things have changed”
“What places do you want to visit next?” “India attracts me a lot and I still didn’t have the chance to visit it. I also have in mind to take a longer break sooner or later and make a trip around the World” “Make sure you do that before you have a family”

The family! I bimbi da uno sono diventati quattro. E finalmente viene piu’ facile associare ad un nome una faccia, ed anche una personalita’.

Quello che ci sorprende e’ la loro educazione. Loro non vanno a scuola ma studiano a casa con i genitori [“Schools are stressing too much competition and focus too much on grades instead on making sure that kids actually learn”]. A fine anno fanno un test che certifichi il passaggio di classe. I test li tiene la mamma a casa, nel caso un giorno qualcuno chiedera’ di vederli.
I bambini percepiscono una paghetta settimanale che amministrano attraverso un conto: 50 centesimi moltiplicati per il loro anno di eta’ alla settimana, quindi un dollaro e mezzo la piu’ piccola e 5 il piu’ grande perche’ “it’s better if they start making mistakes with small amounts”. Il conto fino ad un ammontare di 500$ da’ un interesse del 6%, per incentivare il risparmio.

“How old were you when you have done your exchange in US?” “Seventeen” “Eli, would you like to go to study abroad when you grow older?” “Mmm, no” “You are ten, maybe you’ll change your mind. We’ll see”

Tra bottiglie di vino e banchetti generosi, tre giorni sono volati. “It’s picture time, we do not want to forget this re-union. Do we?”. “Kids, see you in ten years” [“By that time Eli will be 20 and Hillary 14, it is going to be a fun”]. Abbracci. Lacrime. Cala in sipario.

See you in ten years, family.
O magari, volendo, anche un po’ prima. We’ll see.

20 feb 2013

- iVote -



Questa volta no.
Non venitemi a dire che non sapete per chi voterete. O addirittura che non voterete. Perche’ tutte le alternative sono uno schifo. Perche’ la politica e’ tutta uno schifo.

Questa volta la scelta c’e’. Ed e’ ampissima.

C’e’ il solito venditore e cabarettista bollito ma mai mai domo, che ancora oggi (meglio di chiunque altro?), riesce ad incantare e imbambolare una parte del paese nonostante 20 anni di promesse non mantetute. Leader forte e mai in discussione dai suoi, e questa e’ la sua forza ma forse anche la sua debolezza.

C’e’ il professore, forse il piu’ preparato di tutti, che salendo in politica ha rinunciato a un’elezione al Quirinale quasi certa (anche se di certo in questi ambienti c’e’ ben poco, ma Ciampi aveva avuto un percoso identico), dimostrando il coraggio di cimentarsi in un ambito che non e’ forse quello a lui piu’ congeniale (il confronto con le masse). Critica legittima gli viene avanzata sull’essersi associato alla premiata ditta dei morti viventi che sono Casini e Fini. Ma nessuno e’ perfetto.

C’e’ il partito che ha guidato l’innovazione della politica in Italia negli ultimi anni. Che crede prima di tutto e piu’ di tutti nel dialogo che a volte viene presentato, per necessita’ di cronaca, come scontro o litigio. Che a volte magari e’ anche scontro e litigio, ma questo non e’ necessariamente negativo. E’ guidato da Bersani e non da Renzi, ma cosi’ hanno deciso i suoi elettori. E soprattutto con Bersani c’e’ anche Renzi con le sue idee e le sue battaglie. (Ma poi cosa vi ha fatto di male sto povero Bersani?)

C’e’ il movimento che ha cavalcato l’onda dell’antipolitica. Partito da un blog e guidato da un comico ma che e’ sceso nelle piazze ed e’ cresciuto nel tempo. Questa e’ la sua prova piu’ difficile. Gli elettori gli daranno fiducia e gli eletti dovranno dimostrare che fare le cose in modo diverso e’ possibile. Mi spiacerebbe fallissero per tutte le persone che ci hanno creduto.

C’e’ Oscar Giannino. O forse c’era. Ma perche’ una persona anche autorevole che ha come titolo di studio un diploma deve millantare 2 lauree e un master a Chicago? Archiviato lui, teniamo pero’ come buono il suo movimento che vanta persone preparate e anche con spirito (una oggi ha girato con la sua laurea in architettura per far vedere che la sua era vera).
E poi c’e’ Ingroia. Lui non l’ho seguito piu’ di tanto. Un nuovo Di Pietro? Non ce ne bastava uno?

La scelta c’e’. Ed e’ ampissima.
Non fare il pigro. Domenica e Lunedi’ vai a votare. La differenza la puoi fare!

23 set 2011

- "It's the default, stupid!" -




Non ha alcun senso parlare di piani di salvataggio. Non ha senso da un punto di vista economico. Non ne ha, tantomeno, da una prospettiva razionale. 

Non ha alcun senso parlarne, mi fa quasi venire la nausea. Ma sono immerso da tali insensate fandonie, che non posso farne a meno. Last but not least, lo spettro del fallimento s'aggira tra noi tutti (sì, anche te che leggi e me che scrivo) e condiziona le nostre quotidianità. 

Il nostro Paese è, come tutti gli stati occidentali, tecnicamente fallito da un bel pezzo. Ma sono solo io a saper fare il buon conto della serva? 

Per decenni abbiamo finanziato in deficit dapprima gli investimenti. Successivamente, anche la spesa corrente. E fin qui ci siamo. Se abbiamo commesso la grave imprudenza di accendere per errore un telegiornale, conosciamo il concetto. Quello che ai più sfugge è il significato del concetto. 

Banalmente, incamero ogni anno fiscale 100, ma spendo 103 (se va bene). La differenza la chiedo in prestito. 

Una qualsiasi famiglia assennata troverebbe un simile sistema ripugnante, soprattutto se preso a modello in via consapevole. 

Assume particolare valenza grottesca la circostanza che tale dottrina della rovina abbia quale riflesso (pavloviano, verrebbe da dire) un'allure di credibilità per "convincere i mercati" a continuare a prestare. Nient'altro che una sorta di ordalia di mistico affidamento sulle capacita reddituali di noi tutti sfigati appartenenti alla working class, altrimenti apostrofati "contribuenti". 

Dei nostri redditi sono rimaste solo le monetine, debitamente ridotte all'osso dai satrapi d'occidente, in attesa di un non ancora identificato cavaliere orientale che ci salverà. 

Ricordate tutti per cosa servirono le monetine di fronte all'hotel Raphael?

10 mag 2011

- Milano, Meno 5 -



Questo è un post che meriterebbe una grande riflessione prima di essere scritto. Ci vorrebbe del tempo, ecco. E io il tempo, quando ce l'ho, lo dedico a cose che ritengo troppo importanti per essere delegate (anche se sto iniziando a cambiare, vi dirò..).

Pertanto accontentiamoci. Io e voi, i miei due lettori affezionati a cui voglio bene dal profondo del cuore.

Quello che butto giù di getto, senza troppe riflessioni indi è che..bhè col tempo, con i giorni, con il fatto che qui sono nati i miei due bimbi e qui sta crescendo la mia piccola famiglia di pazzi sgangherati, io a Milano inizio a volere davvero bene.
Inzio a capirla. Dopo anni in cui il mio pensiero volgeva sempre e solo al di là dell'Oceano..a New York, che resta sempre my home, sweet home (anche perchè fa sentire a casa chiunque secondo me), inizio a sentire che qui ho messo una piccola radice..
esile ancora, per carità..ma che sta scendendo in profondità ogni giorno di più. E giuro, sono io la prima a stupirmene.

La mia via è diventata casa. Il mio quartiere mi fa sentire sicura e le recenti amicizie con Massi e Katia i gelatai, con la Marta di Orangorilla, l'ormai usuale buongiorno al mattino con gente che abita nella stessa strada e di cui non so nulla..pensavo esistessero solo nelle città di provincia come quella da cui provengo. Invece no. Io qui mi sto facendo i vicini, i conoscenti e soprattutto gli amici. Vado al Parco e passo il tempo a chiacchierare con tutte le mamme che conosco e sono davvero tante. Mi fido del mio macellaio e adoro la colazione davanti all'Arco della Pace.

Sto diventando milanese e per la prima volta quando lo dico non associo a questa parola ballerine dorate e borsa Louis Vuitton. Bensì mi vengono in mente BikeMI, l'Anteo Spazio Cinema, Orticultura, Brera, la Triennale..si certo anche le scarpine Porselli e i negozi di Miu Miu...ma pure l'asilo di Tommaso pieno di gente, di accenti internazionali e di rumore, il delivery di PARCO Sushi, l'Esselunga che mi consegna a casa, le bimbe tedesche che vivono al piano di sotto, la mia aupair che mi racconta di quante amiche provenienti da tutto il mondo si sta facendo ogni giorno, il corso di italiano che il comune ha organizzato a 85Euro ogni tre mesi a cui l'ho iscritta e che sembra funzionare...

Milano, Milano sta diventando casa mia.
E io, se mi conoscete bene e se non mi conoscete bene ve lo dico, a casa mia ci tengo davvero tanto.
Per questo credo fermamente, profondamente, assolutamente, incommensurabilmente, totalmente, ..ente cazzo che sia arrivato il momento di liberarsi completamente, finalmente, definitivamente, ..ente e ripeto il cazzo, cazzo...di Letizia. Come si fa chiamare lei. Vota Letizia, trovo dappertutto.

No, siamo seri dai. Questa non ha fatto una beata mazza per tutto il mandato, intendiamoci. A lei di Milano, dei cittadini, dei bambini, dell'Expo, della cultura, del riciclo, dello smaltimento rifiuti, dei giovani, delle imprese, del mercato del lavoro non gliene frega nulla. Che va benissimo, ma non se vuoi fare il sindaco.

Oggi mi è arrivata a casa la letterina di Giuliano Pisapia. Due pagine sintetiche, pulite, semplici e ad effetto (almeno su di me..ma ammetto che Pisapia ha il mio voto in tasca dalla notte dei tempi, per cui poteva anche risparmiare su foglio e busta). Certo, niente in confronto al librone/portfolio della Moratti che ho intravisto a casa di amici e che, in quanto indirizzato a me, non ho neanche scartato e ho automaticamente infilato nella raccolta della carta. (Povero albero, immagino sperassi di essere destinato ad una fine ben più nobile giacchè ti stavano tagliando..mi scuso con te che non ne puoi nulla.)

Per favore, dicevo, ragioniamo ragazzi. Qui ne va del nostro futuro. A me di destra e sinistra in questo momento non me ne frega nulla. Ma dei miei figli, del mio lavoro, della mia città si.
Se Milano cambia è un segno per l'Italia. Milano è la prima piazza. E' la piazza.
Bisogna crederci e provarci. Porca zozza.

7 apr 2011

- Due anni dopo -


Due anni dopo... per non dimenticare... L'Aquila torna a volare!

Ricordo quel 6 Aprile di due anni fa come se fosse ora. Ero reduce da una settimana a letto con l'influenza quando, nel pieno del sonno,(alle famose 3:32) fui svegliato da quel tragico terremoto. Un frastuono incredibile. 
Un tumulto infernale che duro' 19 secondi, ma che sembro' davvero infinito. 
Dentro di me una sensazione stranissima, e la volonta' di abbandonare immediatamente il quinto piano di quel palazzo. Scesi in strada di corsa e trovai una folla impaurita e ancora frastornata. 
Le voci rimbalzavano come palline da ping pong impazzite, e le prime notizie si rincorrevano confusamente. 
Andai a farmi un giro in macchina per allentare le tensione del momento, e trovai le strade della citta' trafficatissime, manco fosse l'ora di punta. Pensai subito ai miei amici che studiavano all'Aquila (io abito a 70 km di distanza) e provai a contattarli telefonicamente, ma le linee erano in tilt. 
Quella notte dormii (si fa per dire) in auto, nel parcheggio del palazzetto dello sport che era pieno di macchine come quando il Teramo basket giocava in casa. 
Il mattino seguente riuscii finalmente a sentire i miei amici, ma venni a sapere anche che il bilancio delle vittime stava inesorabilmente aumentando. In citta' intanto, si respirava un'aria pesante; serpeggiava una specie di psicosi collettiva, e ogni scossa di assestamento rimbombava come l'onda lunga di quel terribile giorno. Ricordo che fui costretto ad emigrare per qualche giorno a Roma a casa di amici, per scacciare i fantasmi e le angosce che albergavano in me in quel periodo. 
Tutto il resto, lo sapete, e' storia recente. Pero' mi e' capitato di tornare all'Aquila qualche settimana fa, e devo dire che ho assistito ad uno scenario davvero deprimente. Il centro storico praticamente chiuso e presidiato dai militari, che manco la Gestapo ai tempi del nazismo, vita universitaria ormai smarrita e attivita' commerciali che stentano a rinascere. E poi c'e' il problema delle case. Ma non voglio addentrarmi in discorsi politici; finirei per scadere nel populismo piu' bieco e banale. 
Vorrei anzi congedarmi con una citazione e con un auspicio "Forte non e' chi non cade, ma chi cadendo ha la forza di rialzarsi" (Goethe). 

L'Aquila torna a volare!


17 mar 2011

- Auguri, Italia! -



Per i 150 anni dell'unita' d'Italia, un piccolo omaggio a chi l'ha fatta, l'ha raccontata e l'ha resa celebre nel mondo

"La vita e' troppo breve per non essere italiani" (tratta dal film Italians)

Giuseppe Garibaldi
"Qui si fa l’Italia o si muore!"
(Affermazione rivolta a Nino Bixio nella battaglia di Calatafimi)

Giuseppe Verdi



Luigi Einaudi
"Il suffragio universale parve ed ancor oggi pare a molti incompatibile con la liberta' e con la democrazia. La costituzione che l'Italia si e' data e' una sfida a questa visione pessimistica dell'avvenire. Essa afferma due principi solenni: conservare della sstruttura sociale presente tutto cio' e soltanto cio' che e' garanzia della liberta' e della persona umana, contro l'onnipotenza dello Stato e la prepotenza privata; e garantire a tutti, quali che siano i casi fortuiti della nascita, la maggiore eguaglianza possibile nei punti di partenza"
(Discorso di insediamento, 12 Maggio 1948)

Toto'



Sandro Pertini
"I giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo." 
(Messaggio di fine anno, 1978)

Big Luciano



Giovanni Falcone
"L'importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio, è incoscienza."
(intervistato da Marcelle Padovani)

Robbberto


16 mar 2011

- Nucleare. Un bene o un male per l'Italia? -


Prima di poter esprimere qualsiasi opinione relativa a un argomento che solo egoisticamente oggi posso definire delicato per il nostro paese mi sento in dovere di dedicare il primo paragrafo di questo articolo al popolo giapponese. Credo che prima di riflettere su quello che e' successo l'11 Marzo scorso nel Paese del Sol levante l'essere umano debba semplicemente chiudersi in un silenzio di solidarietà per le vittime della catastrofe e le loro famiglie. Mi considero una persona che vede il lato positivo in tutto e tutti ma oggi è difficile trovare qualcosa di confortante alla vista di immagini che mostrano al mondo come l'uomo sia piccolo nei confronti della natura. Spesso, anzi troppo spesso, tendiamo a considerare tutto quello che siamo, quello che ci circonda, quello che siamo stati e che diventeremo una cosa scontata, dovuta, priva di valore. Ecco, è il momento, ora, di capire che anche a un piccolo gesto, una sfumatura, un impercettibile cambiamento va associato un grande valore, il valore della vita. Vi prego quindi di fermarvi un'istante, un solo istante, prima di tornare alla vostra vita che appunto spesso, anzi troppo spesso, non viene vissuta perchè considerata priva di valore e dedicare il vostro pensiero, dispiacere, sconforto a un popolo che anche in tempo di sciagura si dimostra coraggioso, umile, lavoratore, caparbio, caratteristiche che neanche in tempi di gloria il popolo italiano ha dimostrato di possedere.

Mi è stato chiesto di spiegare il motivo per il quale sono un fermo sostenitore del nucleare. Ci ho pensato tanto, più di quanto ho pensato a quello da scrivere nel primo paragrafo, quelle sono cose che vengono dal cuore e come tali scorrono veloci. Mi sono chiesto in fondo, se sono davvero un sostenitore accanito del nucleare, oppure se sono una persona convinta che il nucleare sia un cosa semplicemente da avere perchè è da stupidi non averla e che invece sia un sostenitore accanito di quello che il nucleare rappresenterebbe, anzi rappresenta e ha rappresentato per il nostro paese.

Il nucleare in l'Italia è necessario...
- L'Italia è l'unico paese industrializzato ad aver bannato il nucleare (pensate che tutti gli altri siano stupidi o noi particolarmente intelligenti?)
- il 73% dell'energia in Italia è coperta da import e non vi sto neanche a spiegare da chi importiamo e quanto sia difficile, delicato, instabile continuare ad importare da tali paesi, ma vi dico che l'unica fonte stabile di import è rappresentata da, udite udite, energia nucleare, proveniente da, udite udite, centrali poste proprio al confine del territorio su cui appoggiamo ogni giorno i nostri bei culetti
- il prezzo dell'energia in Italia è per una famiglia comune di 152 euro al MWh, in Francia di 92 euro al MWh e udite udite: la Francia produce circa il 70% dell'energia nazionale con il nucleare.
- Indovinate cosa rispondono le principali multinazioni quando interrogate sul perchè non investono in Italia... voi penserete mafia, burocrazia, no miei cari... lascio a voi capire cosa manca... (indizio: vedi punto precedente)
- poi ci sarebbe anche la parte relativa all'emissione di CO2 ma parecchi di voi risponderebbero... ah si? e come la mettiamo con le scorie radioattive?... senza sapere che paesi come la Svezia e la Finlandia, dove ricordo vagamente il welfare state funzionare abbastanza bene, hanno chiesto esplicitamente ai paesi nuclearisti di esportare i rifiuti tossici da loro in cambio di denaro perchè trattarli non è affatto difficile.

Il nucleare è pericoloso, ma ad essere generosi una volta ogni 25 anni e non in Europa, non lo sarebbe in Italia (e cmq le centrali ce le avremo sempre e comunque ai nostri confini quindi spero, e dico spero, sia inutile spiegare che poco cambia)...
- le centrali nucleari non resisterebbero solo a una scossa di terremoto pari a quella che ha fatto fuori i dinosauri (è inutile spiegare che in tal caso verosimilmente saremmo fatti fuori anche noi). Quello che ha provocato danni a Fukushima è stato lo tsunami, e badate bene che lo tsunami non ha distrutto o intaccato nulla ma ha fatto fuori i 3 impianti di raffreddamento della centrale. Pensate che nel Mediterraneo uno tsunami sia possibile? Ve lo dico io no. Detto questo si può considerare da folli porre delle centrali in posti soggetti a tsunami ma il Giappone non può fare a meno del nucleare (ma questo è un altro discorso)
- le centrali nucleari sono a prova di attacco terroristico. Le torri gemelle sono crollate? Beh nel caso ci siano attacchi terroristici sperate di trovarvi in un reattore perche' sarebbe l'unica struttura che resisterebbe (allo stesso modo al posto vostro in caso di un terremoto come quello avuto in Giappone pregherei di vivere vicino a una stazione per potermici riparare)
- la nuova tecnologia si basa su sistemi di sicurezza passivi. Per renderla facile sono caratteristiche chimiche e fisiche ad evitare catastrofi e non l'essere umano (in veste Homer Simpson nella mente di molti).

Il nucleare per l'Italia è un'opportunità...
Era il lontano 1987 quando un referendum sanciva inesorabilmente l'immobilismo con cui il nostro paese combatte, anzi non combatte, in questo momento. 1 giovane su 3 è disoccupato, non siamo capaci di avere una maggioranza di governo capace di fare delle riforme, i nostri giovani più talentuosi vanno all'estero, il numero degli iscritti all'università e' in diminuzione e "saliamo in cattedra per parlare di cose che non conosciamo" (cit.). Amo il mio Paese, adoro la nostra, anzi di alcuni, voglia di vivere, ammiro il nostro, anzi di alcuni, modo di affrontare le cose ma provo rabbia per una popolazione, tutta, che non capisce che quando i soldi con cui i nostri nonni hanno riempito, troppo e male, le pance dei loro figli e dei figli dei loro figli finiranno a questo Paese rimarrà solo che ricordare un passato di gloria che, ora che mi ci fate pensare è già da considerarsi passato, e che se rifletto ancora un pò capisco non aver avuto neanche poi così tanta gloria. Il nucleare per me rappresenta la voglia di reagire, la voglia di sfuggire a paure ingiustificate, la voglia di spazzar via quelle scuse che ogni volta troviamo per non affrontare i problemi, la voglia di non essere una nazione, un popolo, un territorio IMMOBILE.


In realtà il mio capo mi giudicherebbe poco esauriente e mi licenzierebbe ma penso che tutto questo possa bastare. Bastare per far si che la nostra mente si apra e che tutti siano disponibili a un confronto. Essere contro il nucleare è possibile, è ammissibile, e può essere anche più giusto che esserne a favore ma prego tutti in questo paese (suona meglio che dire ai lettori di questo blog, i cui autori hanno dimostrato di essere tra quegli alcuni che più volte ho menzionato) di non essere passivi ma di essere proattivi, anzi VIVI.

(Aldo)

28 feb 2011

- Fratelli (mediocri) d'Italia -


Formula della mediocrità: (Prob (Tt = St) = (1-Mt)k Definiamo un indice della distanza che separa il talento di un individuo (T) dal suo effettivo successo in ambito lavorativo e sociale (S). La differenza assoluta tra questi due termini rappresenta il grado di inefficienza nell’ allocazione del talento di un individuo. Traducendo queste considerazioni in termini probabilistici, in una società ideale la probabilità che T=S è pari a uno. Quanto più bassa è tale probabilità, tanto più inefficiente sarà la società. La variabile M rappresenta la proporzione di mediocri sul totale degli individui, k >1 è un parametro costante nel tempo, e il pedice t è un generico indice temporale.






















Penso che l’Italia stia affondando sempre più profondamente nella melma oleosa della mediocrità. 

Per carità io sono il primo a definirsi mediocre. Il mio equilibrato allenatore di basket era solito dirmi che ero un fottuto mediocre e con il passare del tempo mi sono affezionato a tale generosa definizione. 


Andò più o meno così:
- Coach: Che cazzo fai coglione?  (bestemmia) 
Se porti un blocco in post basso poi dove devi andare (bestemmia)?

- Io nelle vesti di playmaker scarso: Ma io pensavo… 

- Coach: Ecco appunto .. il tuo problema è che tu pensi. 
Tu non devi pensare (bestemmia). Sei un fottuto mediocre perché pensi. 

(Amen)


Andando oltre questo memorabile flash back, vorrei sottolineare, con un discorso dozzinale e qualunquista, che effettivamente questo Paese trasuda mediocrità. 
Il punto è che mediocrità vuole mediocrità (tipo amore vuole amore di Zarrillo) e porta a mediocrità, in una spirale continua verso un triste declino collettivo. I meccanismi meritocratici sono marci e inefficienti anche perché controllati e gestiti da mediocri. Essi sono consci dei loro limiti per cui divident et imperant come gli antichi romani.

Prendiamo ad esempio il sistema scolastico. 

Il sistema scolastico si sta adeguando lentamente al livello di mediocrità italiana. E’ assurdo e quasi paradossale costatare che è la scuola a doversi adeguare agli studenti e non viceversa. Opportunismo e buonismo aleggiano nei corridoi scolastici: da un lato la consapevolezza che più studenti iscritti significano più finanziamenti pubblici, dall’altro l’umanità e la transigenza dei docenti che sospirano ad alta voce “ma sì tanto è solo un ragazzo”...
E così la scuola, che dovrebbe sfornare l’Eccellenza, tende ad accontentarsi, prendendosi carico di tutto il ciarpame giovanile presente sul mercato e andando inevitabilmente e ingiustamente a rallentare gli elementi più meritevoli.

Ovviamente non è sempre così. Ci sono casi in cui “la docente esige e il preside non transige”. In questi casi comunque non c’è da preoccuparsi! Se infatti il vostro ragazzo rischia di essere bocciato la colpa sarà sicuramente dei docenti che non saranno stati in grado di capire le abilità nascoste di vostro figlio. Quindi cosa aspettate? Cambiate subito istituto ed iscrivetelo ad una bella scuola privata dove sapranno valorizzarne le capacità e le skill$$$.

Sono il primo ad ammettere che è ineccepibile che vi sia il diritto allo studio. Ma non ha senso andare al liceo se poi non si è in grado di affrontare una università. Non ha senso iscriversi a Giurisprudenza o a Scienze Sociali se il mercato del lavoro è saturo di tale figure professionali o se non esiste neanche uno sbocco professionale. Dovrebbe esistere il diritto di negare il diritto allo studio, per il bene della collettività. Un po’ come le leggi di Asimov sulla robotica: la  legge 0 stabilisce che il benessere della collettività vale più del benessere individuale. Il che significherebbe che tu, maledetto studente brufoloso, ci dovresti fare il favore di andarti a studiare cose che la tua mente è in grado di assimilare e di iscriverti ad una facoltà che ti renda uno strumento utile a questo Paese e non uno dei 2 milioni di giovani disoccupati italiani.

L’Italia ha troppi idioti e fin troppi idioti in posizioni che necessitano tutto fuorché menti mediocre.

La televisione è la carta tornasole della mediocrità collettiva. Le aziende producono prodotti che i consumatori comprano  e utilizzano, perché li desiderano. Allo stesso modo i produttori televisivi producono quello che l’audience vuole vedere. Se l’audience vuole tette, culi, cosce, bestemmie, clown, stupidità, liti, parolacce, oscenità, ignoranza becera e altra immondizia, il piccolo produttore televisivo farà di tutto per soddisfare il suo pubblico con format televisivi che garantiscano tali (sub)standard qualitativi. I reality shows e tutta la trash tv non nascono dalla mente malata di qualche folle (cioè anche..), ma dall’analisi dei nostri bisogni insoddisfatti. In economia si chiama “vuoto di mercato”.

E’ terribile ammetterlo ma è così...

Ciò significa che tutta la merda che ci viene sbattuta sul divano via cavo è quello che effettivamente vogliamo. E non perché siamo coprofaghi, ma, peggio, perché siamo (e rimarremo) fottuti mediocri. 
kriticadellaragione.blogspot.com
(Pippo)


25 feb 2011

- Pagliacci a corte -



Ridi, Pagliaccio,
sul tuo amore infranto!
Ridi del duol, che t'avvelena il cor!


Se non fosse stato per l'avvertimento di un Presidente del Consiglio italiano, Bettino Craxi, a quest'ora il raìs libico Muhammar Gheddafi sarebbe una figura storica. La notte del 14 aprile 1986, l'ordine di Ronald Reagan alla US Navy non lasciava spazio a dubbi: incenerire Gheddafi. Il quale riuscì, per questione di minuti, a mettersi in salvo con la sua famiglia. Solo sua figlia adottiva rimase sotto le macerie della residenza personale del dittatore nel centro di Tripoli. Piuttosto che consentire che gli Stati Uniti, in spregio al diritto internazionale e alla sovranità territoriale italiana, riuscissero nel loro obiettivo, Bettino Craxi impedì loro di utilizzare lo spazio aereo italiano.

Erano ancora i giorni in cui il governo italiano contava qualcosa nel mondo, e la diplomazia "pan-arabista" del nostro Paese era stimata e riconosciuta a livello globale. La visione geopolitica di lungo periodo prendeva atto di un basilare principio di convivenza: se non puoi cambiare i tuoi vicini, quanto meno impara a conviverci. Una convivenza pacifica può essere impostata sulla base del rispetto e dello sviluppo reciproco, ovvero della piaggeria e del servilismo. Nel primo caso, è il sistema di regole scritte e relazioni consuetudinarie che consente di trovare un denominatore comune nella diplomazia fra nazioni. Nel secondo, gli alti e bassi delle fortune dei leader condizionano i rapporti fra popoli.

I fatti dei giorni nostri dimostrano come siano profondamente cambiati i presupposti della diplomazia italiana. Citando un post di un amico sulla propria pagina personale di oggi: "Non mi sorprenderebbe un sms sul numero italiano del tenore: la figa dà la vittoria al nostro leader e al popolo". E' infatti avvenuto l'esatto contrario di quanto sperato e pazientemente intessuto in decenni di buon vicinato con i popoli arabi del Mediterraneo. Ci siamo trasformati nel medio oriente d'Europa, nelle cui piazze tradizionalmente sono issati cartelloni pubblicitari con i volti dei leader, e le sorti del raìs di turno si identificano, fino a fondersi, con quelle dello stato. L'atto volitivo del principe prevale sulla procedura, sulla regola. La sua insofferenza verso i legami si fa volontà costituzionale, regola.

In democrazia la forma è anche sostanza. E' la misura del potere che ne determina i limiti, ma anche il rispetto da parte della comunità.

Gli sfarzi e gli onori riservati negli anni passati dal nostro Paese a Gheddafi testimoniano quanta piaggeria si sia insinuata nel DNA della nostra politica estera. Le immagini di un dittatore lucidamente folle e imprigionato nel suo bunker di Tripoli, che cannoneggia il proprio popolo dopo averlo depredato per decenni, sparge una luce sinistra sulla pericolosa china assunta da chi ci rappresenta. Fatalmente, ne preconizza anche l'eventuale uscita di scena. 
kriticadellaragione.blogspot.com
(Megas)


24 feb 2011

- Gita a Montecitorio -




Venghino siori e siore nel corrottissimo, disordinatissimo e ultracentenario mondo di Montecitorio, dove siamo lieti di invitarvi ad osservare specie di ogni genere muoversi nel loro ambiente naturale. Potrete ammirare come questa accozzaglia di cariatidi rincoglioniti tenti di legiferare per il bene del (nostro, loro o altrui?) Paese. Se sarete fortunati potrete immortalare scene da Parlamento della Repubblica delle Banane: urla e cori da stadio, abbuffate a base di champagne e mortadella, votazioni per colleghi assenti, piùchemeritati sonnellini pomeridiani, insulti e risse tra parlamentari. 

Il parco zoologico di Montecitorio offre una fauna politica unica nel mondo, che è rimasta pressoché invariata per circa 20 anni e che vanta esemplari  quali:

-         Il Magistratus Ignorantes (IDV). Questo essere è la perfetta antitesi del congiuntivo nonché la testimonianza vivente di come la lingua italiana non sia necessaria per espletare le funzioni di politico. Problemi insorgono però nella comunicazione al pubblico, che non sempre risulta chiara e limpida.

-         Il Politicus anonimus (PD): dovrebbe rappresentare il leader dell’opposizione, ma in realtà è poco leader ed è rimasto sconvolto, sbigottito e sconcertato dal fatto che il premier non si sia ancora dimesso, pur avendoglielo chiesto cortesemente più di una volta. Secondo la letteratura il Politucs anonimous avrebbe provato addirittura ad alzare la voce, utilizzando toni palesemente di sfida per incutere profondo timore nel nemico. Neanche tale strategia sembra però aver sortito alcun effetto.

-         Il Foeniculum della Crusca (SEL). La leggenda vuole che tale erudito comunista fosse solito nutrirsi di oricchi-ette/oni con cime di rapa e pagine tratte dal dizionario italiano della Crusca, da cui prese il nome. Sofista, retorico ed eccellente oratore ha la capacità di intortarti per ore con sommi vocaboli dall’aura mistica ed aulica. Ad esempio per chiedere le dimissioni del primo ministro, il Foeniculum della Crusca ah usato la seguente espressione: è d’uopo un ripensamento in senso antidemagogico del tetrarca meneghino.

-         L'EX (FLI): rimasto in coma vegetativo per 18 anni, durante i quali è riuscito a firmare le peggio porcate, si è risvegliato tutto d’un tratto accorgendosi improvvisamente  che i pilastri della democrazia erano seriamente in pericolo. Gli amici lo chiamano ironicamente ex: ex fascista, ex alleanza nazionale, ex partito della libertà, ex deputato di maggioranza, fra poco anche ex futurista e se continua così ex uomodidestra. Alcuni studiosi non escludono la possibilità di poterlo osservare in un futuro prossimo cantare Bella ciao in barca con Bertinotti.

-         L’homo erectus (Lega): definito così per la perenne erezione che contraddistingue tale soggetto. Onnivoro dalla voce squillante, è amante del Tricolore nonché della cucina meridionale, di cui non può fare a meno. Esperto vulcanologo, sogna l’eruzione del Vesuvio per poterne studiare gli effetti sull’ambiente circostante. Secondo la filosofia dell’homo erectus qualsiasi tipo di infrazione o crimine è da attribuirsi esclusivamente a immigrati clandestini o a persone residenti al di sotto della foce del Po. Il suo pluribocciato figlio Trota si erge come orgoglioso vessillo della meritocrazia italiana.

-         Il nanus arrapatus (PDL): è l’essere più temuto nella giungla politica. E’ solito muoversi in gruppo, che è pronto a difenderlo da eventuali attacchi degli altri predatori. Leggende narrano sia stato unto dal Signore e per questo beatificato e santificato dai suoi adepti, che lo venerano come divinità al di sopra della leggi bolsceviche dei comuni mortali. Il nanus arrapatus ha rituali di accoppiamento frequenti, bizzarri e costosi, che ha appresiodal suo compagno di bungabungadittatura, Gheddafi. Si dice soffra di crisi di persecuzione alternate ad eccessi di megalomania e a rivendicazioni del suo immenso potere territoriale. Bisogna prestare molta attenzione a non contraddire mai cotal essere, poiché altrimenti si verrà additati come rossi rivoluzionari e sovversivi.

Il mirabolante mondo di Montecitorio non finisce qui! 
Abbiamo in serbo solo per voi altri incredibili esseri che meritano la vostra attenzione. E una volta terminato la visita nel parco zoologico, non dimenticate di continuare il giro nel nostro ineguagliabile parco di divertimenti, dove potrete sbizzarrirvi con attrazioni quali parentopoli, vallettopoli, puttanopoli, P3, corruttopoli, bunga bunga, affittopoli….

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(Filippo)


17 gen 2011

- Napoli -



Napoli è una bella abbuffata di mozzarella campana
Napoli è il ragazzo all'ingresso del chiostro di Santa Chiara che fa entrare l'82enne senza farlo pagare perchè è anche lui un pezzo di storia
Napoli è la festa per la fine della scuola come si fosse in un paesello
Napoli è i tre in motorino che suonano il clacson alla macchina che sta percorrendo la via in retromarcia
Napoli è il Castel Novo e piazza del Plebiscito... e anche il Vesuvio che si riposa ma nel frattempo ti osserva...
Napoli è la signora che dice che Berlusconi ha risolto il problema della spazzatura nonostante i cassonetti siano stracolmi e le strade piene di cartacce svolazzanti
Napoli è l'enorme margherita "da Michele"
Napoli è il tassista che applica la tariffa fissa per farti spendere meno ma che continua ad aumentarla durante tutto il tragitto
Napoli è mare
Napoli è sole
Napoli è disordine... ma anche spensieratezza
Napoli è caos... ma anche, e soprattutto, bellezza.
kriticadellaragione.blogspot.com