13 apr 2011

- Interrail #13 -


Capitolo Tredicesimo: 
Nove ragazze per Irons



Ce l’hanno con me. Me l’hanno fatto apposta. C’erano nove (dico NOVE) ragazze che aspettavano solo noi e se le sono fatte scappare. E’ tutta colpa loro. Ma come si può essere così? Perché? Perché hanno deciso di andare via? Forse è stato Mike, per farmi un dispetto. D’altronde lui era tagliato fuori dai giochi. Era una cosa per Eddie e me. Solo noi due avevamo avuto la fortuna di capitare in stanza con loro. Non riuscirò mai a capire Eddie. Tanto bravo a scuola eppure... eppure so che anche lui non dice di no davanti a una bella ragazza… Insomma erano lì su un piatto d’argento e proprio lui ha deciso di cambiare città. Non cambiare albergo, che già sarebbe stato stupidissimo... ma addirittura CAMBIARE CITTA'! Cazzo!

Avete ragione: forse non sono troppo chiaro. Alora… partiamo dall’inizio, cercherò di essere lucido e insulterò la sfortuna e i miei compagni di viaggio solo dentro di me. Alla reception ci dissero che dovevamo dividerci in due stanze “Per me non è un problema, l’importante è sistemarsi dopo un viaggio così lungo”dissi. D’altronde è dura trovare una camera per cinque. Per me ok andare nella camera a due, bastava solo non essere con Mike (e penso che il sentimento sia reciproco). Mentre salivamo le scale Stone azzardò che, essendo in ostello, probabilmente le sistemazioni sarebbero state in camerate da una decina di letti e senza bagno, non una doppia e una tripla. “Cavolo, dormire con degli sconosciuti sicuramente non è un problema” pensai “a volte può essere sgradevole, ma può essere anche mooolto piacevole… Se però non c’è il bagno... non mi esalta molto l’idea di dover uscire dalla stanza di notte e andare in un bagno che per la legge di Murphy sarà dall’altra parte del piano”. Eddie non riusciva ad aprire quella porta, l’attesa si faceva sempre più snervante, dovevo sapere. Cavolo, doveva esserci il bagno! Mentre Eddie continuava a litigare con la serratura vedo che Jeff esce dalla sua camera. I miei occhi lo squadrano sospettando la verità…”Dove vai?” “In bagno!”.

Il mio disappunto interiore viene interrotto dalla voce di Eddie che urla “Ce l’ho fatta!” e si tramuta in… un'esclamazione di gioia! Mi basta una sola occhiata per capire che quei vestiti sul letto possono appartenere solo a una donna (o un transessuale…brrr… rabbrividisco al solo pensiero!) . Altre rapide occhiate confermano ulteriormente la mia gioia… siamo finiti in una stanza piena di ragazze! “Straniere, probabilmente”, come mi fa notare Eddie indicando un libro in inglese su uno dei letti. Yeeeeeeeeah! Chi se ne frega del cesso! E’ la mia occasione, me lo sento!

“Non c’è tempo per inseguire delle inglesine che non sono neanche in camera, dobbiamo  prepararci e andare all’appuntamento con Felix” disse Eddie. Una notte nella movida di Madrid ci aspettava. Prima ci si ubriaca, poi si rimorchia in discoteca e infine si rimorchia anche in ostello. Questa vacanza non poteva iniziare meglio! Ho passato tutta la serata a ripassare le frasi d’approccio in inglese e a fantasticare su cosa ci avrebbe aspettato al ritorno in camera. Una serata in cui non si è rimorchiato, ma tutto sommato abbastanza divertente lo stesso (Hola Paquito!).

Al nostro ritorno in camera loro stanno già dormendo. Non ci sembra il caso di svegliarle ed è troppo buio per mettersi a guardarle perciò cerchiamo di andare silenziosamente a dormire. La mattina appena svegli inizia il corteggiamento: dopo un rapido ma sapiente sguardo ho già individuato la mia preda, che guarda caso dorme nel letto accanto al mio. Non quella figa che dorme sotto il letto di Eddie (sicuramente troppo difficile), ma una biondina carina che sembra dimostrarsi amichevole nei nostri confronti. Tra le altre ragazze alcune sono probabilmente contrariate dalla nostra presenza (i due cessi, chi se ne frega) altre ci ignorano (tra cui, purtroppo, quella figa). Non sembra andare male, insomma, lei parla. Nonostante il mio due fisso di inglese non me la cavo poi tanto male con la lingua. Quando ci sono di mezzo delle ragazze nordiche sono disposto a tutto. Loro escono per fare colazione, noi per fare due passi in centro, ma come primo approccio non sembra sia andato male, anche Eddie (che essendo un genio a scuola non ha problemi con l’inglese) ha scambiato due parole con le ragazze (addirittura con la figa! Bravo Eddie!). Insomma oggi pomeriggio si continua con l’approccio e poi stasera… stasera…
Le parole di Eddie mi giungono all’orecchio come una mazzata. “Ho parlato con gli altri, stasera siamo in Portogallo”. “Cooosa? Ma stai scherzando? E le ragazze?” “Quali rag… ah! Non mi dirai che ci speravi… ci hanno cagato a malapena!” “Ma… io… la biondina… non puoi farmi questo”. “Dai…comunque non avevamo speranze… ne troveremo molte altre. Qua fa un caldo allucinante e poi non sei ansioso di metterti in viaggio?” “No! Non se qua ci sono delle inglesine. Non si può cambiare idea?” “Ormai è deciso, alle undici, cioè tra venti minuti, bisogna fare il check-out, magari lasciamo gli zaini in reception, poi li recuperiamo prima di prendere il treno!”. Capendo di avere perso, il mio sconforto si tramutò così in rabbia “No eh? Me lo fate apposta…possibile che abbiate deciso senza di me? Va bene, suppongo di non avere scelta. Ma comincia male questo viaggio! Che sia la prima e l’ultima volta che abbiamo un gruppo di NOVE ragazze pronte per noi e decidiamo di andarcene… Manco fossimo tutti gay!” Come puoi avermi fatto questo Eddie?

(Irons)

Se qualcosa può andar male, lo farà. 

Nessun commento:

Posta un commento