La mia pancia, ogni volta che diventa grande e ingombrante, e soprattutto ogni volta che qualcuno imperterrito ci nuota dentro, ha il potere di rimettermi in pace col mondo.
O meglio, di farmi cambiare punto di vista, ecco.
I tratti del viso si addolciscono, lo so nessuno ci crede ma è così. Capita anche a me.
I rapporti interpersonali si distendono.
I rapporti interpersonali si distendono.
E io mi ritrovo a fare i conti con la mia vita.
Divento più pragmatica di quanto già non sia.
Le liste si moltiplicano nuovamente. Ci sono post-it in ogni angolo della casa e dello studio con interminabili elenchi di punti da smarcare. Gli ingredienti per biscotti insieme ai contratti da firmare, le note spese, le e-mail da scrivere, il numero del tappezziere e i siti di au pair da controllare. Un tourbillon in cui io sembro muovermi con una certa tranquillità, anche se questa e’ solo l’apparenza.
Tutto questo nell’attesa. Che qualcun altro si aggiunga alla nostra piccola squadra di piccoli supereroi. Già si muove e fa capriole. Un giorno d’autunno sarà tra le mie braccia. E cercheremo di essere pronti.
Sarà nuovo e diverso. È già diverso. Questa volta so cosa mi aspetta. So che sarà difficile e che avrò voglia di piangere e di dormire come solo sa chi ci passa in mezzo.
So che Tommaso mi farà il muso e dovrò moltiplicare il mio tempo e il mio amore. So che è esattamente quello che ho voluto, che voglio e che sempre vorrò.
So che Tommaso mi farà il muso e dovrò moltiplicare il mio tempo e il mio amore. So che è esattamente quello che ho voluto, che voglio e che sempre vorrò.
E un giorno cercherò di capire dagli occhi dei miei figli se sarò stata una brava madre.
Mentre nel frattempo cerco di non risparmiarmi, di non negarmi mai, di essere sempre presente. Un punto di riferimento fermo e solido a cui ancorarsi la notte quando i sogni fanno paura, il mattino quando c’è voglia di coccole, il giorno e la sera quando c’è da disegnare, costruire torri altissime, cucinare insieme, fare il bagno con squali, orche e delfini, scappare via davanti ai versi di dinosauri e mammuth.
Oggi dopo tanto tempo, per la prima volta capisco cosa è cambiato e sta ancora cambiando nella mia vita. Capisco che essere genitori è un mestiere difficile e che ognuno porta con sé le ferite, gli errori e le sofferenze della propria storia.
Domenica ho guardato a lungo mio nonno negli occhi e per la prima volta ho pensato che mio padre in fondo ce l’ha messa tutta. Per migliorare almeno un po’ rispetto a dove era partito. La strada è stata lunga e tortuosa e non sempre felici i risultati.
Ma infine ho capito. Che tutto ha avuto inizio molto prima che io nascessi, quando tu eri bambino e figlio e di me non c’era nemmeno l’idea. E che in fondo non sono tue tutte le colpe
(Francesca Berti, http://centopercentoprincipessa.blogspot.com/)
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