Non si può mai sapere che cosa si deve volere perché si vive una vita soltanto e non si può né confrontarla con le proprie vite precedenti, né correggerla nelle vite future. […]. Non esiste alcun modo di stabilire quale decisione sia la migliore, perché non esiste alcun termine di paragone. L’uomo vive ogni cosa subito, per la prima volta, senza preparazioni. Come un attore che entra in scena senza avere mai provato. Ma che valore può avere la vita se la prima prova è già la vita stessa? Per questo la vita somiglia sempre ad uno schizzo. Ma nemmeno ’schizzo’ è la parola giusta, perché uno schizzo è sempre un abbozzo di qualcosa, la preparazione di un quadro, mentre lo schizzo che è la nostra vita è uno schizzo di nulla, un abbozzo senza quadro.
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Chi tende verso ‘verso l’alto’ deve aspettarsi prima o poi di essere colto dalla vertigine. Che cos’è la vertigine? Paura di cadere? Ma allora perchè ci prende la vertigine anche su un belvedere fornito di una sicura ringhiera? La vertigine è qualcosa di diverso dalla paura di cadere. La vertigine è la voce del vuoto sotto di noi che ci attira, che ci alletta, è il desiderio di cadere, dal quale ci difendiamo con paura. [...] La vertigine potremmo anche chiamarla ebbrezza della debolezza. ci si rende conto della propria debolezza e invece di resisterle, si vuole essere ancora più deboli, si vuole cadere in mezzo alla strada, davanti a tutti, si vuole stare in basso, ancora più in basso.
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Tomas si diceva: fare l’amore con una donna e dormire con una donna sono due passioni non solo diverse ma quasi opposte. L’amore non si manifesta col desiderio di fare l’amore (desiderio che si applica ad una infinitàdi donne) ma col desiderio di dormire insieme (desiderio che si applica ad un’unica donna). [...] Mi verrebbe quasi da dire che per loro la meta dell'amore non era il piacere bensì il sonno che ne seguiva.
(da "L'insostenibile leggerezza dell'essere" - M. Kundera)
F.Bruno, mi piace soprattutto mi piace la parte finale, è una bella cosa questa che citi.
RispondiEliminaDevo aggiungere alla prima parte e alla seconda che il desiderio di cadere è proprio di noi, perchè quando diventiamo o ci sentiamo di aver raggiunto l'apice, noi umani spesso sentiamo il bisogno di "distruggere" tutto e ripartire da zero. Fa parte dell'eterno divenire che ha origine dal nostro interno.
Forse la condizione migliore e riuscire a stare a mezz'aria trovare un equilibrio, un alchimia nascosta che permetta di non desiderare di cadere. Forse...ma è solo qualcosa che immagino ora. Ciò che è interessante è questa enorme forza che proviene dall'interno e che ancora non conosciamo bene in noi anche se si manifesta in ognuno di noi da piu di due millenni.
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Trovo che comunque porre questi tre pensieri uno vicino all'altro nonostante siano separati sia finto in quanto comunque esiste una connessione che si stabilisce tra i tre pensieri scritti e citati, che ognuno di noi legge.
Sono stati scritti tutti e tre e citati in uno stesso post perchè per chi li ha citati hanno un tutti e tre in questo momento della sua vita un significato particolare o questo è tutto casuale?
Statemi bene.
M.
Ciao Generale!
RispondiEliminaLi ho citati tutti e tre perchè mi sono più volte ritrovato nel protagonista del libro...soprattutto la parte finale.
Sono tre passi che mi sono piaciuti molto e ho deciso di condividerli!
tu continua a seguirci mi raccomando...