(Yellow Bus, 2010 - G. Boscarino) |
Non aveva mai preso in considerazione un viaggio da solo. Durante i suoi soggiorni in ostello aveva conosciuto molti ragazzi di molte età e molte nazionalità diverse che stavano viaggiando in solitaria, magari aggregandosi a qualche compagno lungo la strada, ma dopo essere partiti da casa senza nessuno al proprio fianco. Loro erano diversi dagli altri ospiti dell’ostello: non erano mai soli! La loro condizione di viaggiatori solitari li portava automaticamente a conoscere nuove persone, a dividere una cena o semplicemente dei racconti, ma più in generale li portava a fare nuove amicizie. Amicizie molto spesso monodose, da consumarsi entro l’arco di qualche giorno, tra l’arrivo e la partenza di uno o dell’altro.
Si chiedeva come fosse possibile affrontare il viaggio in quel modo; era solito riportare alla mente la frase di Alexander Supertramp: “happiness only real when shared”. Per lui il viaggio non erano i posti visitati, i monumenti fotografati o i pasti a base di cibi esotici, ma le esperienze e le senzazioni condivise con quelli che sperava sarebbero potuti essere i suoi amici anche tra 20 o 30 anni. Quando richiamava alla mente i suoi viaggi non faceva altro che ripercorrere discussioni avute su un pullman durante un interminabile e scomodissimo viaggio o su un’amaca intenti a guardare le fronde delle palme.
Quella volta si ripromise che prima o poi sarebbe partito anche lui da solo, che avrebbe cercato di capire cosa significa vivere il viaggio senza associarlo agli amici di sempre. Continuava a chiedersi come fosse possibile amare il viaggio senza condividerlo.
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Sweet Home Alabama by user5784843(Gianca)
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