Capitolo Quarto:
Jeff
E così quel trio vincente si stava per riunire. Tre. Il numero perfetto. E’ effettivamente perfetto anche per un viaggio. Specie se sono personalità così eterogenee, complete nel loro insieme e affiatate. Si può, quindi, date queste premesse, decidere di partire in quattro? Sì, se il quarto è Jeff.
Jeff sa fare solo una cosa nella vita: giocare a calcio. Non diventerà famoso, ma è un fenomeno. Siamo in molti fra i suoi amici a pensarla così. E, credetemi, lui di amici ne ha veramente tanti. Forse questo è ancora più importante del saper tirare calci a un pallone… forse no. Fa lo stesso. Lui ha questo potere speciale di essere simpatico a tutti.
In quell’ultimo mese avevamo condiviso troppo per non fare insieme il viaggio. Le lezioni mattutine di matematica che ho tenuto a casa mia dall’ultimo giorno di scuola alla seconda prova. Lezioni che, lo ammetto, sono servite solo a me perchè tutti gli altri la matematica non l’hanno imparata. Il rituale di giocare a Super Mario Bros 3 la sera prima di ogni scritto. Come a voler dire: noi non vogliamo crescere, vogliamo continuare a giocare con i videogiochi (degli anni '90). I rari giorni di mare per prendersi una pausa dallo studio. Le telefonate che ci facevamo continuamente per confortarci a vicenda. Un occasionale contatto con una voce amica dopo aver studiato Manzoni e prima di mettersi sotto con i terremoti. O semplicemente un “Ma quel paragrafo è da saltare, vero?” “No, Jeff. Bisogna fare tutto il capitolo”.
Jeff non sa scegliere. E’ per questo che ha fatto la tesina sulla scelta. Perché non riusciva a scegliere tra tutte le altre. Jeff non sa neanche dire di no. Proprio per queste due caratteristiche si è trovato coinvolto in due vacanze, che si svolgevano quasi in contemporanea. La vacanza con me, Stone e Mike e una vacanza in Sardegna con lo stesso gruppo dell'anno prima. Solo che quel gruppo aveva perso i suoi elementi migliori. Alcuni avevano litigato. Altri avevano deciso di andare in Spagna…
Non che le cose stessero veramente così. Non che il nostro viaggio fosse necessariamente migliore dell’altro. Non che noi tre fossimo realmente meglio degli altri. Però su un piatto della bilancia c'era la routine, la solita vacanza di mare e campeggio con la solita gente. Sull'altro piatto c'era un'avventura con grandi aspettative e, lo ammetto, anche grandi incognite (tipo itinerario, mezzo di trasporto...ehm...a pensarci bene tutto era un'incognita). Però c'erano anche alcuni dei suoi migliori amici e quel fascino esotico che può avere un paese straniero per un diciannovenne che non è mai stato all'estero da solo. Lui era abbastanza idiota da essere indeciso… Gli altri non gli vennero incontro quando gli dissero “ormai hai già dato l’acconto, se rinunci non ti possiamo dare i soldi indietro”. Ovviamente avevano già prenotato tutto da almeno cinque mesi. Ma Jeff è un calciatore, quando giocherà nel Cervia in serie A guadagnerà milioni e non dovrebbe farsi problemi di soldi. E’ solo che, qualunque siano le condizioni, lui non sa scegliere. Ed è per questo che ho fatto un lungo lavoro psicologico di convincimento con false minacce, falsi ultimatum, false incazzature. E alla fine, ma proprio alla fine, ce l’ho fatta.
9 luglio 2005.
“Pronto?”
“Ciao Jeff sono Ed. A che punto sei?”
“Guarda, devo ancora fare tutta storia, italiano da Leopardi in poi e di filosofia non so un cazzo. Fisica penso che ormai la lascerò stare. Ma quanto era lunga scienze?”
"Sì, lo so. Ci ho messo due giorni. E ho scoperto che nella terza prova ho cannato tutto. Dovevo studiarla meglio prima. Comunque io storia la so e filosofia devo “solo” rivederla tutta. Però mi manca italiano e, ovviamente, fisica. Autori? Stamattina non l’ha chiesto ai primi orali, io me la rischio…”
“Per forza. Oggi è sabato e ho l’orale lunedì. Non posso certo mettermi a studiare a memoria tutte le versioni che abbiamo fatto… E quei seicento versi… Sono anche il primo… Mamma mia… Mi sto cagando addosso. Ma perché ci siamo ridotti così? E la tesina? Devo ancora finire di scriverla… Penso che non dormirò le prossime due notti. Sono troppo indietro”.
“La tesina mi ha preso un sacco di tempo sta settimana, però l’ho finita. Forse la consegno addirittura il giorno prima dell’orale. Stasera vado a un concerto. Tanto ce l’ho mercoledì mattina. Grazie Jeff. Sapevo che eri messo peggio di me…”
(Roberto)
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02 Should I Stay Or Should I Go by Blockheadband
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