18 nov 2010

- Flusso Fluido -

(Il Cristo giallo - Gauguin)

Il fluire della quotidianità mi inquieta. Semplice coazione a ripetere errori di altri, o anarchia nell'accettare (e scegliere) l'inevitabile? Una domanda che mi ha sempre tormentato e affascinato, da dove promani il masochismo di volere sempre e comunque dipendere dalle scelte altrui. La svolta é che non mi sento più solo. Non sono più l'unico a correre verso un aeroporto il venerdì pomeriggio per cercare riparo in casa altrui, perché nella mia non ci sto bene. Non più il solo a non riuscire ad addormentarmi per avere già in testa il suono della sveglia che compone sinfonie di morte cerebrale. Di certo, in buona compagnia nel plasmarmi ingranaggio del meccanismo che ci stritola. Il viaggio. La dimensione di un'interiorità dell'altrove. Dove tutto ruota su se stesso, per non muoversi.


Le stazioni specchiano il mio umore da impero alla fine della decadenza. Il mio sguardo si posa ovunque, stimoli inondano le sinapsi, cascate di endorfine mi fanno sentire bene. Psicopatologia dell'altrove. Vorrei, vorrebbero, vorremmo essere altrove. Per stare davvero bene. Ed essere liberi di essere schiavi dello stimolo ad essere liberi. L'idea di stazione mi rende degno di essere figlio di un mondo industrioso. Di assaporare la mirabolante esplosione nelle papille di una tavoletta di puro cacao 99% da Pierre Marcolini, Sablon di Bruxelles. Dove posso arrivare in due-ore-due partendo ora. Grazie, mondo industrioso, per darmi i mezzi per essere felice di essere schiavo.


Aveva visto bene Séguéla. Il vero grimaldello per la conquista del sole radioso e splendente dell'avvenire non può che passare (trionfo del cammello che balza al di là della cruna) attraverso pannelloni pubblicitari strategicamente posizionati. I veri padroni del mondo. Coloro che controllano i flussi della mia - e della vostra - esistenza. 
kriticadellaragione.blogspot.com
(Francesco) 


Nina simone - sinnerman by TITO4MCAL

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