20 ott 2010

- La donna che cerco -



“E poi, a poco a poco, i romanzi cederanno il passo ai diari, alle autobiografie: libri avvincenti, purchè chi li scrive sappia scegliere, fra ciò che egli chiama sue esperienze, quella che è davvero esperienza, e il modo per raccontare veramente la verità.” (Ralph Waldo Emerson)
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Non ho né soldi, né risorse, né speranze. Sono l’uomo più felice del mondo.

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“La vita” dice Emerson, “è fatta di ciò che l’uomo pensa tutto il giorno.”

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“Ma allora cosa vuoi da una donna?” chiedo.

[…] “Vorrei potermi arrendere a una donna,” sbotta. “Vorrei che mi portasse via da me medesimo. Ma per far questo dovrebbe essere migliore di me; deve avere un cervello [non soltanto una fica]. Deve farmi credere che ho bisogno di lei, che non posso fare a meno di lei, che non posso fare a meno della sua fedeltà. No, questo no… ma deve farmi credere che ho bisogno di lei, che non posso vivere senza di lei. […] Allora non mi importerebbe di quel che succede; non avrei bisogno di un posto, o di amici, o di libri, o di nulla. Se soltanto riuscisse a farmi credere che sulla terra c’è qualcosa di più importante di me. Cristo, io odio me stesso!

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“Un giorno scriverò un libro su di me, sui miei pensieri. Non voglio dire un saggio di analisi introspettiva… voglio dire che mi stenderò sul tavolo operatorio e metterò in mostra le budella… ogni cosa accidenti. “

Il libro dev’essere assolutamente originale, assolutamente perfetto. Ecco perché, fra le altre cose, è impossibile che lui lo attacchi. Appena gli viene un’idea, comincia a discuterla. Gli viene in mente che l’ha già usata Dostoevskij, o Hamsun, o qualcun altro. “Non dico che voglio essere migliore di loro, ma voglio essere diverso,” spiega. E così invece di affrontare il suo libro, legge un autore dopo l’altro, per essere assolutamente certo di non calpestare la loro proprietà privata. E quanto più legge, tanto più diventa spregioso. Nessuno degli autori giunge a quel grado di perfezione che egli si è imposto. E assolutamente dimentico del fatto che non è arrivato a scrivere un capitolo solo, parla di loro con aria sufficiente […]

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Alcuni di noi non vivono nell’attimo presente, vivono un po’ più avanti oppure un po’ più indietro.

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Le idee non possono esistere da sole nel vuoto del pensiero. Le idee sono in rapporto con la vita […]. Se fosse stato sol per amore di un’idea, Copernico non avrebbe infranto il macrocosmo esistente e Colombo non avrebbe dato alla fonda nel Mar dei Sargassi. L’estetica dell’idea produce vasi di fiori e i vasi di fiori si mettono alla finestra. Ma se non c’è né pioggia né sole a che serve mettere i fiori fuori dalla finestra?


(da Tropico del Cancro, H. Miller)

Breathe by ariosto

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