13 gen 2011

- Interrail #5 -

Capitolo Quinto:
Irons



Si può andare in cinque in una vacanza del genere? No. E se il quinto è Irons? Appunto. Sia chiaro che lo chiamo freddamente per cognome solo perché conosco troppa gente il cui diminutivo è Dave e mi confonderei da morire. Del resto anche Jeff è un diminutivo del cognome. Ci sono molti che lo chiamano Geoffrey, ma il suo vero nome è Micheal. E allora si confonderebbe con Mike. Quindi, per semplicità, Mike è Mike, Jeff è Jeff e… Irons è Irons.

E' tutta colpa di Jeff se è venuto anche Irons. E pure un po’ colpa mia. Perché nemmeno io so dire di no. Irons sa scegliere. E aveva capito subito la sostanziale differenza tra le due vacanze che gli si prospettavano. Però non c’era buon sangue tra lui e Mike. Aveva conosciuto Stone in una serata in cui era stato vittima di uno scherzo magistrale e non aveva fatto una bella impressione. E io… beh… io sono il principale responsabile di quello scherzo. Irons avrebbe quindi scelto di passare l’estate della maturità da tutt'altra parte, se non ci fosse stato Jeff. Irons disse “Se tu vai con loro, vengo anch’io”. 

Sì, Jeff aveva abbastanza potere per spostare l’ago della bilancia. 

Chi decide? Jeff non sa scegliere. Stone si astiene. Mike dice no. A chi tocca il giudizio finale?
A me. Non potevamo assolutamente rinunciare a Jeff e non me la sentivo di dire di no. Perché in fondo avevo condiviso molto anche con Irons. Perché non ho assolutamente nulla contro di lui.
Perché è simpatico e fa gruppo. Solo a volte tende a rendersi facile vittima di prese in giro e a prendersela più del dovuto. 

E soprattutto avevo una paura fottuta che fossimo in troppi e che gli equilibri si sarebbero rotti presto, visti i precedenti.

Comunque avevo una possibilità: sapevo perfettamente cosa voleva lui da quella vacanza. Bastava convincerlo che tutti noi volevamo fare il contrario, anche se non era vero. Un po’ come quando cercano di venderti un bidone a un prezzo più alto di quello che vale, però al contrario. Io avevo una fiammeggiante Ferrari e dovevo fargliela passare per una Seicento gialla.

Dave, ma sei proprio sicuro di voler venire con noi? Noi abbiamo una precisa idea della vacanza e non so se anche tu… per esempio… tu vorrai essere ubriaco tutte le sere?” “Certo! Se no come facciamo a beccare?”. “Ecco… vedi… un colpo costa cinque euro e, ammesso che basti, moltiplicato per venti serate fa tantissimo. Non possiamo permetterci di spendere tutti quei soldi.” “Ma come? Adesso mi dici che bisogna risparmiare? Anche voi vorrete divertirvi immagino… ci andremo in discoteca, no?”.

Dovete sapere che Irons è un metallaro convinto. Però come tutti i ragazzi, sa che rimorchiare in discoteca è molto più semplice che a un concerto degli Iron Maiden. E come tutti, è molto più simpatico e disinibito da sbronzo.

Ecco, appunto. Vedi… lo sai che a me non piacciono le discoteche, quindi credo che non ci andremo quasi mai… inoltre è probabile che passeremo molte notti viaggiando in treno. Oppure dormendo alle stazioni. Sai… noi vogliamo prevalentemente visitare le città, i posti… ah! A proposito… nel programma di viaggio Barcellona è in fondo perché è troppo lontana da tutto il resto, anzi forse non ci andremo neanche…” 

Quella di Barcellona, suo sogno da sempre, e del dormire nelle stazioni erano esche troppo grosse perché il mio pesciolino non abboccasse. Lui è un calciatore, quindi una fighetta, e non è in grado di sopportare l’idea di dormire all’aperto in qualche stazione. Un tipo a cui piace da matti il proprio letto caldo. “Ma come? Niente Barcellona? No, non va bene. Qui stiamo cambiando le carte in tavola… Ma io voglio solo divertirmi… Come è possibile che un ragazzo di quasi vent’anni non pensi a divertirsi, ma a fare barbonaggio per le strade?”. 

Avevo proprio colpito nel segno.“Carte in tavola non ce ne sono mai state, e poi io sono l’unico che si sta sbattendo a cercare soluzioni con tutto quello che abbiamo da fare per l'esame. Sto solo valutando tutte le possibilità.” “Possibile che tu non capisci, Ed? La mia teoria è semplice: alcool più discoteca uguale figa. Basta che tu mi dica che ci siano quelle. Non voglio certo trovarmi in un campeggio in Sardegna a giocare a carte con i nostri altri compagni di classe!” “Appunto. Io non ti posso affatto assicurare che le cose saranno così. Meglio che tu lo sappia ora, piuttosto che a Madrid.”

Non che io non volessi divertirmi o non volessi ragazze, anzi. Lo so che è scorretto e che forse sarei stato meno stronzo a dirgli di no. Però le cose che gli dicevo non erano del tutto false. Barcellona e Lisbona sono troppo distanti. Era impensabile riuscire a visitare entrambe. 
Io odio le discoteche. 
Le discoteche costano. 
Ubriacarsi costa.
I soldi non bastano mai.

Anche se sembrava fatta, non ha funzionato.
Lui è venuto. E... da qui comincia la storia.
Mi sembrava però doveroso rendere note tutte le premesse.
kriticadellaragione.blogspot.com
(Roberto) 
Queen - Barcelona by Zanes


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