19 gen 2011

- Interrail #6 -

 Capitolo Sesto:
Let the Show Begin
 


Mercoledì 13 Luglio 2005. 
Sveglia ore 7.30. 
Manca un giorno alla partenza.
Manca un’ora e mezza al mio orale.

Faccio colazione. Devo dare ancora un’occhiata a fisica. Non posso presentarmi sapendo solo l’argomento a scelta. E forse sarebbe meglio ripassare anche latino, inglese, gli ultimi argomenti di italiano… Chi se ne frega. Inizio a fare lo zaino. Ci infilo dei libri a caso, le poche  copie della tesina che mi sono rimaste per darle ai miei amici che verranno a sentire. Saranno tanti?

Contrariamente a molti, speravo che l’aula fosse piena. Che ci fosse casino. Però l’orario era  decisamente proibitivo. Mio fratello non poteva venire, dopo l’incidente di tre giorni prima doveva andare all’ospedale per un controllo. Vado in cucina. Apro il frigorifero. La bottiglia di spumante.
Assolutamente essenziale. 


Esco di casa. Accendo il mio Leo 125. Lui non mi tradisce. All’uscita del  box, inizio a canticchiare dentro di me una canzone. Molto probabilmente Alive dei Pearl Jam. O forse Reach for the Sky dei Social Distortion? Entrambe direi. Primo semaforo. Sto ancora canticchiando.“Oh, I, oh, I’m still alive” E dopo? Bisogna fare ancora un casino di cose. Decidere per la macchina. Il modulo E111. Comprare gli zaini. Sono sotto casa di Mike. Quel parassita vuole un passaggio anche oggi. Beh… almeno uno sarà presente fin dall’inizio. Ovviamente sono in ritardo. Anche lui è in ritardo, quindi io arrivo davanti al portone nel momento esatto in cui lui sta uscendo. “Sei pronto, Eddie?” “Sì, certo. Lo spumante è nello zaino”. 

When I was young I was invincible, I find myself now thinking twice”. E la tesina? Non l’ho mai ripetuta ad alta voce. Riuscirò a non mangiarmi le parole? E, soprattutto, riuscirò a parlare per venti minuti?. Mah…penso che improvviserò. “Don’t think about no future, it’s just the roll of the dice”. Parcheggio dentro il cancello della scuola nei posti riservati ai professori. Tanto ormai sono quasi tutti in vacanza e, in ogni caso, sarà l'ultima volta che parcheggio in questo edificio. “So if you please take this moment, try if you can make it last.” Sto salendo le scale. Speriamo che di filosofia mi chieda Wittgenstein. E scienze? Mi conviene geologia o astronomia? Non lo so. Ma tanto non scelgo io. “Don’t think about no future and just forget about the past… and make it last.“ Saluto con un cenno i pochi, per ora, presenti. Persone particolarmente mattiniere o che dovevano essere interrogate dopo di me. Entro in classe. Mi siedo. “Oh, I, oh, I’m still alive.” Tra poco più di un’ora sarà tutto finito…

E’ stato un esame unico e memorabile… Alcuni colpi di genio su domande impossibili. Giri di
parole e chiari tentativi di arrampicarsi sugli specchi su domande molto più semplici. Specie quando per farmi un favore mi hanno chiesto un argomento che, a rigor di logica, doveva esserci per forza nella mia tesina, ma io non ce lo avevo messo perché era troppo banale. Così ho dovuto inventare, per di più in inglese. Insospettabile freddezza nel rispondere a una domanda “ma questo non era nel programma d’esame”. Inesauribile fortuna perché mi ha chiesto Wittgenstein. Ogni anno nel breve spazio di un'orale si condensano la vita e la morte per moltissimi studenti. Chi si gioca la promozione. Chi si gioca il 100. Chi, come me, non si gioca assolutamente niente. Per tutti è la maturità. Un esame unico e memorabile per me, ma tutto sommato ampiamente nella media.
 (Roberto)

 kriticadellaragione.blogspot.com

01 - Reach For The Sky by Organic Surf


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